lunedì 24 giugno 2013

Nel lontano 1999 mi incontro casualmente a Tropea con Roberto Laureana il quale tutt'ora è titolare di un'avviata AGENZIA IMMOBILIARE nel Centro Storico di Tropea,vicino all'affaccio “Al cannone” e dove c'è la suberba vista a mare con la famosa “ISOLA”.Ero amico del papà Peppe con il quale,dopo il suo rientro da Legnano,lavoravamo alle dipendenze del Municipio e lui fu assunto dal Generale Riccardo Toraldo di Francia e dalla locale Amministrazione in qualità di vigile Urbano provvisorio e ciò nel periodo che eravamo “quattro gatti” a mandare avanti gli Uffici Municipali e precisamente: Lorenzo Nicola-Cesare Adilardi e Mimmo Blasa per anagrafe-servizio elettorale-stato civile; Per la Segreteria Don Ciccio Gentile,per laRagioneria Cesare Giroldini per l',archivio e protocollo,Commissione Commercio ed edilizia,utenti pesi e misure il sottoscritto che aveva anche funzioni di segretario della Commissione Edilizia e del Commercio,Franca Loiacono dattilografa,
Salvatore Nazionale usciere ed all'esterno i Vigili Urbani:Michele Simonelli,Tocco Tommaso,Peppino Blasa ,Ciccio Romano,Ciccio Vallone e successivamente Antonio Ostone,Gianfranco Pugliese ,Francesco Godano,Lorenzo Francesco,Lorenzo Nicola;per la pulizia del territorio Gemelli Domenico,Simonelli Onofrio ed altri Simonelli,fontaniere Saverio Caracciolo addetto anche al funzionamento dell'orologio in piazza Ercole,Amante Domenico fognaiolo,Francesco Mazzitelli aiutante fognaiolo ed accalappiacani,Lorenzo Paolo ed altri netturbini ed anche Don Vincenzino Toraldo guardiano dell'acquedotto e qualche altro che mi sfugge.
Tanto tempo fa mi incontro casualmente con Roberto Laureana che è titolare di un'agenzia immobiliare nel centro storico di Tropea,nei pressi dell'affaccio al “cannone”.Ero amico del papà Peppe che ha lavorato come Vigile Urbano provvisorio al Comune dove prestavo servizio quando “eravamo 4 gatti”.
Dopo l'esperienza del Comune Peppe Laureana fu assunto presso l'Ufficio INAIL di Vibo Valentia e lì era l'amico di tutti specie dei tropeani che si rivolgevano a lui.Ricordo che un giorno mi recai a Vibo e mi presentò ad un suo collega e gli disse:”mettiti a disposizione di questo caro amico”.
Iniziai a collaborare con Roberto al quale confidai:”quando mi pensionai dal Comune avevo avuto il desiderio di aprire a Tropea un'Agenzia Immobiliare solo che dovetti abbandonare l'idea in quanto il locale mi venne richiesto da mio figlio Salvatore per una sua attività.
Con Roberto mi trovai a mio agio ed assieme ad altri fondammo un agenzia”TROPEA TUTTO L'ANNO”che esiste a tutt'oggi.Qualche turista soffermandosi davanti all'agenzia mi dice”vostro figlio Roberto” ed io ne sono fiero in quanto l'ho sempre voluto bene come un figlio come pure tutta la sua famiglia,in primis la bella Anastasia che assieme alla sorella Daria sono le figlie adottive e sono originarie della Bilorussia,poi il figlio Giuseppe che ha dei ragionamenti come uno grande ed ha appena 9 anni ed anche la moglie Antonella,figlia del dr.Vittorio Rizzo un caro amico che da qualche anno ci ha lasciati e che faceva il veterinario presso il comune di Tropea,uomo di poche parole ma di tanti fatti.Che dire poi della suocera,dei fratelli Eduardo e Mario e della sorella e della mamma che credetemi è la bontà in persona.
Nel lontano 1999 Roberto ha richiesto a Cristina,moglie di mio figlio Salvatore,collaborazione per i fitti di appartamenti gestiti dall'agenzia; con grande piacere la stessa accettò e si distinse per la sua correttezza,precisione e non solo,insomma ha fatto un'ottima esperienza e con ottimi risultati.
Ci fù un'interruzione del rapporto tra me e Roberto in quanto una sua cugina gli chiese che voleva fare esperienza con lui e così fu.
Intanto io venne contattato dall'amico Ing.Eduardo Toraldo che gestiva assieme alla moglie ed un cognato il famoso “lido S.Leonardo”.Fui assunto ed avevo 2 ottimi bagnini con cui gestivamo il lido;fittavamo ombrelloni-sdraio e cabine e credetemi passai un periodo breve ma intenso in quanto,fra l'altro,ero vicino al mare che io da sempre adoro e perchè con Eduardo,il giardiniere Antonio Locane,i due bagnini Salvatore Vitetta e Nazzareno Deluca andavamo molto d'accordo.
Per quanto riguarda Antonio Locane che si dedica appassionatamente al lavoro io dico sempre ad Eduardo: “quando non avrai più Locane-alias Ntoni i Mazzara,preparati a rimpiazzarlo con almeno 3 elementi”.=
Dopo l'interessante parentesi del Lido S.Leonardo tornai con Roberto anche perchè la cugina si sposò,sempre in modo amichevole e come socio assieme ad altri di “TROPEA TUTTO L'ANNO”
Un saluto Tonino Accorinti


Avvenimenti trascorsi nella grande città di Torino
Alla fine dell'estate del lontano 1958 partii da Tropea con la proverbiale valigia di cartone e giunsi alla Stazione Porta Nuova della capitale piemontese dopo un lungo ed interminabile viaggio;mi attendeva il caro cugino Turi,tanto buono ma senza studi e con poca voglia di lavorare,
Aveva una bellissima fidanzata Barese “Nella” di cui era molto innamorato ed era anche molto geloso.Vedevo la grande metropoli,la capitale del Piemonte,la città della Mole Antonelliana,della rinomata Superga dove hanno perso la vita i migliori giocatori di calcio del grande Torino(Bacicalupo,Gabbetto,Orsi ed altri di ritorno da una partita che la nostra Nazionale aveva disputata all'estero e che era composta quasi interamente della squadra del grande Torino);arriviamo in Via Donizzetti dove mi attendeva tutta la famiglia,da Peppe il” questuruno” a Luigi ed alle sorelle Maria,Teresa ed Isa ed il loro papà “Saverio il Magno”che viveva con un pezzo di pane ed un bicchiere di vino per sua scelta.La casa era piccola e fredda e ci riscaldavamo con una cucina economica a legna che era accesa quasi sempre e di continuo dallo zio che con una bici raccoglieva legna in giro,dopo un bicchiere di vino da un amico che faceva il macellaio.
L'indomani vado a trovare il famoso procuratore della Repubblica ,dr.Vincenzo Iannelli,originario di Tropea il quale mi manda con un suo biglietto in Via Bardonecchia dove operava una fabbrica con più di trecento operai,ditta Lino Bosco,che produceva roba in plastica;ad attendermi c'era un altro Tropeano,dr.Michele Di Marca,ex Maresciallo della Finanza nonche procuratore responsabile,che mi accolse nel suo ufficio e dopo avermi rivolto diverse domande,mi disse: “ tu a spese della ditta,se te la senti,aprirai una succursale a tuo nome che intitoleremo”FLORITAL” a qualche chilometro da qui con un ufficio arredato.” Alla mia risposta positiva dal giorno dopo iniziai quest'avventura,
Trascorsi un paio di mesi la ditta chiude ed io vengo chiamato in sede in Via Bardonecchia dove ad attendermi c'erano oltre al proprietario Lino Bosco ed al dr.Di Marca tutti i dipendenti amministrativi.Al piano terra c'erano tutti i macchinari con personale quasi interamente femminile mentre al piano superiore il reparto amministrativo e l'ufficio dedicato all'estero.Subito inizio a lavorare con una signora che faceva tutta la contabilità generale e che buon per me apprezzò molto le mie capacità.Operavo assieme a lei ed incominciavo a guadagnare qualcosa(£.40.000 mensili) somma che in verità non avevo mai visto.Al primo stipendio con i cugini festeggiammo l'evento e di conseguenza fittammo una casa più comoda nelle vicinanze-Via Puccini.Le donne dormivano in una stanza ed io zio Saverio e gli altri in una più grande.Sopra di noi abitavano dei nostri parenti(Zio Armando Di Laghi,i figli Minuccia e Tonino ed un altro figlio di nome Aldo che faceva servizio a Bra nella Polizia Stradale,guidava un moto di grossa cilindrata e spesso veniva a trovare la famiglia.Era fidanzato con una bella ragazza di Torino,Giuseppina,e dopo un periodo di qualche anno si lasciarono in quanto pare fosse poco seria.Una sera con mio cugino Salvatore al cinema”CONTINENTAL” in Via Nizza l'abbiamo sorpresa in atteggiamenti”molto affettuosi”in compagnia di un ragazzo e per Aldo fu la goccia che fece trabbocare il vaso.La lasciò e si fidanzò con una bella e brava infermiera di nome Poldi con cui stanno ancora assieme ed in estate villeggiano qui a Tropea.
Il lavoro in ditta andava bene solo che con la somma che guadagnavo,tolte le spese di casa,tre mezzi per recarmi ogni mattina a lavoro,qualche vizietto di gioventù,ogni sabato con Luigi andavamo in discoteca,frequentavamo una piscina ecc i soldi non erano mai sufficienti e meno male che c'era Luigi che non si tirava mai indietro e non mi faceva mai mettere le mani nel portafoglio che a dire il vero era sempre semivuoto.Luigivive a Torino con la moglie Maria,è nonno ed ogni estate ritorna a Tropea dove hanno casa e li rivedo con grande piacere.
Con Tonino Di Laghi che aveva una motoretta un sabato partiamo alla volta della città di Cinzano dove si produce l'ottimo vermout,balliamo in una discoteca fino a tardi e per poter rientrare a casa abbiamo sudato le proverbiali”sette camicie” causa il cattivo tempo la nebbia e la stanchezza.
Sempre in compagnia di Tonino,don Armando,lo zio Saverio,ed i cugini decidiamo un giorno di giocare a”padrone e sotto” con tanto vino di mele di cui ne abbiamo bevuto al massimo;in serata però avevo un appuntamento romantico con una ragazza che mi aspettava alla stazione Porta Nuova presso una nave grandissima che si trovava all'ingressoEro in condizioni pietose per cui prego il buon Luigi di andare in mia vece e di riferire alla stessa che avevo avuto un malore e che l'indomani l'avrei sentita a telefono.
Quasi tutte le sere passavo da mio cugino Peppe,giocavamo a dama(era un vero maestro) cenavamo assieme alla moglie Maria che lavorava all'Ulivetti e con lei c'era fra altre una bellissima ragazza di Ivrea che aveva espresso il desiderio di volermi conoscere,solo che aveva un papà gelosissimo che non la faceva neanche respirare per cui tutto finisce nell'incontro a casa di mio cugino.

TONINO ACCORINTI

Piemonte-Torino ed il mio caro cugino Luigi

Piemonte-Torino ed il mio caro cugino Luigi
Siamo stati veramente come fratelli,lui lavorava presso una famosa tipografia “POZZO” e guadagnava anche bene motivo per cui quando mi vedeva”al verde”mi faceva prestiti in denaro che erano da restituire non appena avrei avuto la possibilità”campa cavallo”- Estate 1959 partiamo in vespa alla volta di S.Remo-la città dei fiori-,prima tappa un paesino vicino Alassio(dal famoso muretto) andiamo in discoteca e rimorchiamo due bellissime ragazze di Savigliano;saremmo rimasti tutta la notte in così buona compagnia ma come una spada di Damocle incombevano gli impegni precedentemente assunti,dovevamo essere all'indomani nella capitale dei fiori in quanto ero atteso da una bella ragazza di Roma,certa Rosetta,con la quale ci eravamo conosciuti nella capitale durante il matrimonio di mio fratello Toruccio,per cui salutiamo le belle piemontesine ed andiamo a riposa-
re.L'indomani con la vespa alla guida del sottoscritto approdiamo a S.Remo.Troviamo in una casetta al centro storico sia Rosetta che la sorella Rita ed un'altra loro amica.Abitavano da una zia che lavorava presso un albergo rinomato e che le aveva ospitate.Nel frattempo Luigi ci salutò e con la motoretta prese la via del ritorno.Riesco a trovare alloggio nei pressi ed al mattino si andava in spiaggia mentre la sera fino a tardi in discoteca.Il mare era molto bello certamente non paragonabile a quello di Tropea-Trascorsi un paio di giorni mi chiama al telefono Luigi,era passato da casa un medico della mutua e voleva parlare con me in quanto mi ero messo in malattia pur di raggiungere S.Remo.In fretta saluto Rosetta e le altre,rientro a Torino e mi reco all'ufficio della mutua per motivare la mia assenza da casa.Dopo qualche giorno ritorno a S.Remo e nuovamente altra telefonata di Luigi in quanto il medico della mutua era ritornato a casa per un nuovo controllo e questa volta era nervosissimo e minacciava di farmi licenziare dalla ditta dove lavoravo.Rientro a Torino definitivamente e con un grosso problema,ero rimasto senza soldi ed avevo appena 40 km dalla tessera delle FF SS(mio papà era ferroviere ed ogni familiare aveva in omaggio 4.000 km di traffico gratis).Arriva il controllore e non si accanisce quando spiego la mia situazione alquanto critica e purtroppo per me non avevo vicino il caro cugino Luigi.Giungo a Torino e per non essere licenziato dalla ditta mi ricovero presso l'Ospedale S.Croce di Moncalieri dove vengo sottoposto ad un intervento operatorio in quanto da tempo soffrivo di fistola sacrococcigea ed in quel periodo mi dava tanto fastidio “operato per amore e per non perdere il lavoro”.

I miei cugini era tutti impegnati ed io aspettavo solo a guarire per poter rientrare in ditta.Ero veramente giù di morale e la Caposala,suora Antonietta,mi prese in simpatia e mi stava vicino fino a tardi e mi teneva compagnia.Mi ero cresciuto il “pizzetto” e la suora per tenermi su mi diceva”Frate Antonio presto guarirai e rientrerai a casa”.Era molto bella e buona ed è stata con me veramente come una sorella,andava via la sera solo quando mi addormentavo.Trascorsi 15 giorni esco dall'ospedale e rientro in ditta ma con la sorpresa che non lavoravo più in ufficio bensì nel reparto spedizioni con un capo di origine piemontese,arrogante e cattivo con me e con i Calabresi,ci chiamava “Napuli” proprio con disprezzo per cui decido di porre fine alla parentesi Torino e di organizzarmi per rientrare nella mia “Itaca” vicino a mia mamma che adoravo ed a tutta la famiglia che mi aspettava a braccia aperte. Tonino Accorinti

Al Mio Caro amico Albino Lorenzo

Al Mio Caro amico Albino Lorenzo
Un caro amico,il grande famosissimo pittore rinomato a Tropea e non solo ALBINO LORENZO
Un Tropeano vero,amico di tutti specialmente dei poveri contadini,pescatori,vecchietti di cui immor
talava ogni loro movimento specie quando, dediti ai loro lavori giornalieri,sudati ed affaticati Albino li faceva rivivere ed una volta creò un asino “ vivo e che semrava ti seguisse in ogni tuo movimento “.Ebbe 18 figli con la sua amata Gina,vera ed esemplare donna del Sud che con grandi sacrifizi mandava avanti la famiglia;a volte nelle feste si riunivano in una cinquantina di unità,tra figli,nuore e generi,nipoti.La moglie era sempre nei fornelli accesi e preparava per tutti anche perchè le bocche da sfamare erano tante.Con Albino quasi tutte le mattine c' incontravamo per fare la spesa- comprava 5 chili di pane,3 di pesce,5 di frutta ed occorreva un'auto molto grande per portare la roba a casa.La moglie si confidava con me in quanto ero come uno di famiglia e mi diceva che occorreva una lavatrice ogni anno e meno male che c'era l'amico Alfredo Verdiglione che gliele forniva e per ognuna si accontentava di ricevere un quadro.Anche io a casa ho un suo quadro su tela che è veramente molto bello e che aveva creato per un suo figlio ed il mio Antonello mi dice sempre”quello un domani sarà mio”.Un altro me lo regalò quando misi a disposizione un mio appartamento per il figlio Pasquale che non riusciva a trovare alloggio.I suoi quadri,mi confidava erano come sue creature e se ne disfava sempre a malincuore tranne quando doveva preparare qualche mostra in Italia ed anche all'estero con grande riconoscenze e premi vari.Aveva tanta paura della morte e mi diceva: “ho paura in quanto la morte è un vero mistero” Nessuno può sapere o immaginare cosa ci riserva l'aldilà ed io sono non solo cattolico ma anche molto credente.”

Al mio matrimonio a cui è stato un illustre invitato mi regalò una natura morta veramente stupenda.Un giorno ci trovavamo in aperta campagna e vedendo una contadina che curva raccoglieva olivi si soffermò se l'impressionò e poi a casa dipinse una figura veramente stupenda,piena di luce ed una mostr vinse il primo
premio.Era buono,umano e generoso,però alquanto puntiglioso.Vi racconto cio che è successo molto tempo fa.Abitavamo entrambi in Largo Rota,attualmente abita il suo primogenito Mario,e due terrazzi,uno della mia famiglia e l'altro quello della sua,affacciavano nella Via Margherita di Savoia.Avevo una sorella bellissima ed infinitamente buona”Gisella” ed Albino prese una vera”cotta”.Si tenevano per mano affacciati dai terrazzi ed erano veramente innamorati.I miei genitori ed i suoi non erano contenti in quanto entrambi molto giovani e cercavano di ostacolare questo amore infantile con ogni mezzo.Albino prese un decisione,propose a mia sorella una “fuitina” ed alla risposta negativa di Gisella che gli disse:” Albino non puoi propormi ciò,non posso dare questo grande dispiacere ai miei e specie a mia mamma che quotidianamente si sacrifica per tutti noi”Rimase molto male ed io per questo motivo lo chiamavo”cognato mancato”. Gisella sposò dopo Pasquale Taccone uno che veniva da Torino da una rinomata sartotecnica ed ebbero un figlio- Enzo- mentre Albino come già detto di figli ne ebbe 18 con la cara e bella Gina. Con affetto Tonino Accorinti
Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”
Correva il lontanissimo anno 1952,avevo appena sedici anni e ritiratomi dal liceo classico iniziai
ad andare con mia mamma a Napoli dove facevamo acquisti vari per il nostro esercizio commerciale sito nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele(tessuti,mercerie ed altro).Rientravamo alquanto stanchi e dopo aver sistemato tutta la roba consumavamo qualche panino imbottito.Anche con pochi soldi liquidi mia mamma riusciva ad avere credito da tutti in quanto avevano constatato la sua onestà,precisione e puntualità.Mio papà,dipendente delle FF SS faceva servizio alla stazione di Tropea come deviatore.Avvicinandosi l'arrivo e visto che avevamo una ventina di pacchi e pacchettini, sistemai il tutto vicino allo sportello da dove si scendeva quando il treno si sarebbe fermato.Un viaggiatore involontariamente aprì il finestrino ed uno dei
nostri pacchi finì fuori,guarda caso,proprio nell'interminabile galleria che porta alla stazioneferroviaria di Pizzo Calabro.Io e mia mamma rimaniamo stupiti e non sapevamo quale soluzione trovare e lo stesso quel signore che aveva combinato quel bel guaio era rimasto senza parole e molto dispiaciuto Non mi perdo d'animo e dico a mia mamma che alla fermata di Pizzo sarei sceso per cercare di recuperare il pacco o quello che si poteva racimolare.Mia mamma mi guarda stupita e non nascondeva la sua preoccupazione ed anche la sua ammirazione per quel gesto che mi accingevo a compiere.Le raccomandazioni,gli abbracci affettuosi e le parole di conforto hanno messo in me sì tanto coraggio ma anche tanta paura ed altrettanta frenesia.Mi sono detto che dovevo dimostrare che ero diventato un uomo.Giunti a Pizzo mi diriggo verso la galleria ed all'inbocco vedendo tutto buio pesto faccio marcia indietro e non lontano noto un casello ferroviario,mi avvicino e vedo un omone barbuto che mi domanda il motivo della mia presenza,cerco di spiegare ogni cosa e rimango felice vedendo che era propenso ad aiutarmi specie quando gli dissi che ero figlio del deviatore Accorinti Salvatore con cui lui aveva lavorato presso la stazione di Bagnara Calabra.Mi consegnò una grande torcia accesa e mi raccomandò:”dovesse sopraggiungere un treno ficcati dentro una”garitta”altrimenti rischi di essere rosicchiato dallo stesso”.La paura era sempre più forte ma la voglia di recuperare il pacco era ancora di più per cui mi decido di entrare in galleria.( chiunque leggerà la presente e si troverà a passare da detta capirà se i motivi di paura ed altro erano comprensibili),un centinaio di metri percorsi ed un forte fischio annunciava l'arrivo di un treno.Cercai subito la garitta,mi infilai dentro e con gli occhi spalancati aspettai quell'interminabile passaggio ed a sostenuta velocità fini con lo sconparire e fece terminare in me quell'incubo veramente da sogno.Continuai il cammino interrotto e credetemi quando mi trovai davanti al pacco non mi sembrava vero,subito l'ho riconposto e dopo aver raccolto ogni cosa(cerniere,rotoli di filo,bottoni ed altro) ripresi la via del ritorno ed uscii da quel tunnel felice e fiero e con la palma di”vincitore”.Credetemi il primo pensiero fu per mia mamma”Sabea a gazzusara”la quale ebbe dieci figli,io sono l'ottavo e vi assicuro che è stata una mamma veramente conla M maiuscola e grazie a lei mai patimmo la fame neanche nel periodo della seconda guerra mondiale quando finimmo tutti sfollati a Brattirò in un casolare presso amici e suoi clienti in quanto i Tedeschi lanciavano bombe con gli aerei dappertutto. Dopo aver restituito la torcia al casellante lo ringraziai e dalla stazione di Pizzo raggiunsi con un altro treno quella di Tropea dove tutti mi attendevano in primis mia mamma che mi abbracciò con gli occhi lucidi e mi disse:”sono veramente fiero di te”.Per concludere vi ricordo che “Gazzusara” non era un'offesa ma per ricordare mio nonno paterno “Turi u gazzusaro” che portò a Tropea la prima macchina di gassose ed anche il cinema muto che proiettava in un capannone nei pressi del Viale della stazione ,qualcuno non più giovane certamente se lo ricorderà. Un saluto Tonino Accorinti