Storie - avvenimenti – amici
d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”
Correva il lontanissimo anno 1952,avevo
appena sedici anni e ritiratomi dal liceo classico iniziai
ad andare con mia mamma a Napoli dove
facevamo acquisti vari per il nostro esercizio commerciale sito nel
centralissimo Corso Vittorio Emanuele(tessuti,mercerie ed
altro).Rientravamo alquanto stanchi e dopo aver sistemato tutta la
roba consumavamo qualche panino imbottito.Anche con pochi soldi
liquidi mia mamma riusciva ad avere credito da tutti in quanto
avevano constatato la sua onestà,precisione e puntualità.Mio
papà,dipendente delle FF SS faceva servizio alla stazione di Tropea
come deviatore.Avvicinandosi l'arrivo e visto che avevamo una ventina
di pacchi e pacchettini, sistemai il tutto vicino allo sportello da
dove si scendeva quando il treno si sarebbe fermato.Un viaggiatore
involontariamente aprì il finestrino ed uno dei
nostri pacchi finì
fuori,guarda caso,proprio nell'interminabile galleria che porta alla
stazioneferroviaria di Pizzo Calabro.Io e mia mamma rimaniamo stupiti
e non sapevamo quale soluzione trovare e lo stesso quel signore che
aveva combinato quel bel guaio era rimasto senza parole e molto
dispiaciuto Non mi perdo d'animo e dico a mia mamma che alla fermata
di Pizzo sarei sceso per cercare di recuperare il pacco o quello che
si poteva racimolare.Mia mamma mi guarda stupita e non nascondeva la
sua preoccupazione ed anche la sua ammirazione per quel gesto che mi
accingevo a compiere.Le raccomandazioni,gli abbracci affettuosi e le
parole di conforto hanno messo in me sì tanto coraggio ma anche
tanta paura ed altrettanta frenesia.Mi sono detto che dovevo
dimostrare che ero diventato un uomo.Giunti a Pizzo mi diriggo verso
la galleria ed all'inbocco vedendo tutto buio pesto faccio marcia
indietro e non lontano noto un casello ferroviario,mi avvicino e vedo
un omone barbuto che mi domanda il motivo della mia presenza,cerco di
spiegare ogni cosa e rimango felice vedendo che era propenso ad
aiutarmi specie quando gli dissi che ero figlio del deviatore
Accorinti Salvatore con cui lui aveva lavorato presso la stazione di
Bagnara Calabra.Mi consegnò una grande torcia accesa e mi
raccomandò:”dovesse sopraggiungere un treno ficcati dentro
una”garitta”altrimenti rischi di essere rosicchiato dallo
stesso”.La paura era sempre più forte ma la voglia di recuperare
il pacco era ancora di più per cui mi decido di entrare in
galleria.( chiunque leggerà la presente e si troverà a passare da
detta capirà se i motivi di paura ed altro erano comprensibili),un
centinaio di metri percorsi ed un forte fischio annunciava l'arrivo
di un treno.Cercai subito la garitta,mi infilai dentro e con gli
occhi spalancati aspettai quell'interminabile passaggio ed a
sostenuta velocità fini con lo sconparire e fece terminare in me
quell'incubo veramente da sogno.Continuai il cammino interrotto e
credetemi quando mi trovai davanti al pacco non mi sembrava
vero,subito l'ho riconposto e dopo aver raccolto ogni
cosa(cerniere,rotoli di filo,bottoni ed altro) ripresi la via del
ritorno ed uscii da quel tunnel felice e fiero e con la palma
di”vincitore”.Credetemi il primo pensiero fu per mia mamma”Sabea
a gazzusara”la quale ebbe dieci figli,io sono l'ottavo e vi
assicuro che è stata una mamma veramente conla M maiuscola e grazie
a lei mai patimmo la fame neanche nel periodo della seconda guerra
mondiale quando finimmo tutti sfollati a Brattirò in un casolare
presso amici e suoi clienti in quanto i Tedeschi lanciavano bombe con
gli aerei dappertutto. Dopo aver restituito la torcia al casellante
lo ringraziai e dalla stazione di Pizzo raggiunsi con un altro treno
quella di Tropea dove tutti mi attendevano in primis mia mamma che mi
abbracciò con gli occhi lucidi e mi disse:”sono veramente fiero di
te”.Per concludere vi ricordo che “Gazzusara” non era un'offesa
ma per ricordare mio nonno paterno “Turi u gazzusaro” che portò
a Tropea la prima macchina di gassose ed anche il cinema muto che
proiettava in un capannone nei pressi del Viale della stazione
,qualcuno non più giovane certamente se lo ricorderà. Un saluto
Tonino Accorinti
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