lunedì 24 giugno 2013

Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”
Correva il lontanissimo anno 1952,avevo appena sedici anni e ritiratomi dal liceo classico iniziai
ad andare con mia mamma a Napoli dove facevamo acquisti vari per il nostro esercizio commerciale sito nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele(tessuti,mercerie ed altro).Rientravamo alquanto stanchi e dopo aver sistemato tutta la roba consumavamo qualche panino imbottito.Anche con pochi soldi liquidi mia mamma riusciva ad avere credito da tutti in quanto avevano constatato la sua onestà,precisione e puntualità.Mio papà,dipendente delle FF SS faceva servizio alla stazione di Tropea come deviatore.Avvicinandosi l'arrivo e visto che avevamo una ventina di pacchi e pacchettini, sistemai il tutto vicino allo sportello da dove si scendeva quando il treno si sarebbe fermato.Un viaggiatore involontariamente aprì il finestrino ed uno dei
nostri pacchi finì fuori,guarda caso,proprio nell'interminabile galleria che porta alla stazioneferroviaria di Pizzo Calabro.Io e mia mamma rimaniamo stupiti e non sapevamo quale soluzione trovare e lo stesso quel signore che aveva combinato quel bel guaio era rimasto senza parole e molto dispiaciuto Non mi perdo d'animo e dico a mia mamma che alla fermata di Pizzo sarei sceso per cercare di recuperare il pacco o quello che si poteva racimolare.Mia mamma mi guarda stupita e non nascondeva la sua preoccupazione ed anche la sua ammirazione per quel gesto che mi accingevo a compiere.Le raccomandazioni,gli abbracci affettuosi e le parole di conforto hanno messo in me sì tanto coraggio ma anche tanta paura ed altrettanta frenesia.Mi sono detto che dovevo dimostrare che ero diventato un uomo.Giunti a Pizzo mi diriggo verso la galleria ed all'inbocco vedendo tutto buio pesto faccio marcia indietro e non lontano noto un casello ferroviario,mi avvicino e vedo un omone barbuto che mi domanda il motivo della mia presenza,cerco di spiegare ogni cosa e rimango felice vedendo che era propenso ad aiutarmi specie quando gli dissi che ero figlio del deviatore Accorinti Salvatore con cui lui aveva lavorato presso la stazione di Bagnara Calabra.Mi consegnò una grande torcia accesa e mi raccomandò:”dovesse sopraggiungere un treno ficcati dentro una”garitta”altrimenti rischi di essere rosicchiato dallo stesso”.La paura era sempre più forte ma la voglia di recuperare il pacco era ancora di più per cui mi decido di entrare in galleria.( chiunque leggerà la presente e si troverà a passare da detta capirà se i motivi di paura ed altro erano comprensibili),un centinaio di metri percorsi ed un forte fischio annunciava l'arrivo di un treno.Cercai subito la garitta,mi infilai dentro e con gli occhi spalancati aspettai quell'interminabile passaggio ed a sostenuta velocità fini con lo sconparire e fece terminare in me quell'incubo veramente da sogno.Continuai il cammino interrotto e credetemi quando mi trovai davanti al pacco non mi sembrava vero,subito l'ho riconposto e dopo aver raccolto ogni cosa(cerniere,rotoli di filo,bottoni ed altro) ripresi la via del ritorno ed uscii da quel tunnel felice e fiero e con la palma di”vincitore”.Credetemi il primo pensiero fu per mia mamma”Sabea a gazzusara”la quale ebbe dieci figli,io sono l'ottavo e vi assicuro che è stata una mamma veramente conla M maiuscola e grazie a lei mai patimmo la fame neanche nel periodo della seconda guerra mondiale quando finimmo tutti sfollati a Brattirò in un casolare presso amici e suoi clienti in quanto i Tedeschi lanciavano bombe con gli aerei dappertutto. Dopo aver restituito la torcia al casellante lo ringraziai e dalla stazione di Pizzo raggiunsi con un altro treno quella di Tropea dove tutti mi attendevano in primis mia mamma che mi abbracciò con gli occhi lucidi e mi disse:”sono veramente fiero di te”.Per concludere vi ricordo che “Gazzusara” non era un'offesa ma per ricordare mio nonno paterno “Turi u gazzusaro” che portò a Tropea la prima macchina di gassose ed anche il cinema muto che proiettava in un capannone nei pressi del Viale della stazione ,qualcuno non più giovane certamente se lo ricorderà. Un saluto Tonino Accorinti


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