sabato 24 agosto 2013

Fine anni 50, giornate do spensieratezza e di sorrisi condivisi, i fratelli Collia, Franco Angio', Tonino Accorinti e altri amici

martedì 6 agosto 2013

I miei cari amici Aldo Marrella,Peppe Padula e Acilio Leonardo”Nardone”e stefano Piccolo e Peppe Filardi

I miei cari amici Aldo Marrella,Peppe Padula e Acilio Leonardo”Nardone”,quest'ultimo vive al Nord con la famiglia.
Con Aldo,Peppe , Nardone e Gaetano”il mancino”ci incontravamo in estate e assieme ci divertivamo un mondo,solo che da qualche anno Aldo ci ha lasciati; è stato un caro amico non soltanto per me ma per tanti in quanto lavorava per la RAGNO,una grande industria di ceramica;Mi ha fornito pavimenti,rivestimenti ed altro quando ho costruito casa in Via Francesco Barone,dove abito.
Tempo fa decidemmo di andare a pescare i famosi”surici” al largo di S.Domenica di Ricadi.Dopo un'ora neppure un pesce per cui gli dico:: “visto che i surici non mangiano andiamo noi a quel ristorante sulla spiaggia e mangiamo noi”
La mia proposta piacque e ci siamo fatti una grande abbuffata di pesce e frutti di mare accompagnati da un ottimo vino.Solo che alla fine al momento di pagare nessuno aveva portato
in barca denaro per cui ci scusiamo con il titolare ed io lo invito a passare dal negozio di mio fratello Franco che avrebbe saldato il conto.
Un'altra volta con Aldo e le rispettive moglie andiamo ad una serata danzante che si svolgeva alla
marina di Tropea alla famosa “ROTONDA” al lido S.Leonardo.
Avevamo bevuto e non poco e sulla pista abbiamo fatto di tutto meno che a ballare anzi,con grande
disappunto delle nostre moglie,ci siamo messi a ballare i “GIGANTI” convolgendo tutte le belle
donne che si divertivano a seguire con noi quel ballo improvvisato e curioso lasciando i mariti come si suol dire “al palo”. Alla fine stanchi e sfiniti abbiamo salutato i presenti ed abbiamo preso la via di casa contenti della bella e divertente serata trascorsa.
Con Nardone in estate andavamo a caccia di turiste ed in attesa che Tropea si popolasse,visto che
avevo ricevuto al comune dove lavoravo una lettera di due ragazze che volevano trascorrere le ferie estive in Calabria, volevo rispondere alle stesse che le avremmo trovato una buona sistemazione a prezzo accessibile:Subito Nardone prese la palla al balzo e mi disse: “ fatti mandare le foto e poi decideremo il da farsi”.Dopo una settimana le foto delle due ragazze arrivarono,e noi guardandole
rimaniamo un po' stupiti in quanto una era bellina ma molto alta mentre la seconda bassotta proprio adatta per Nardone che in verità non è un gigante.Tutto il pomeriggio siamo con queste foto in mano e prendiamo la decisione suggerita da me:” Nardone quella alta melaprendo io e quella bassotta tu” Ci pensa e poi decide “fai venire solo quella alta perchè la bassota e proprio brutta e non fa per me.” Abbandoniamo l'idea,non rispondiamo alla lettera e tutto finì lì.
Peppe Padula ogni anno lo aspetta con piacere in quanto Nardone e molto simpatico e quando lo sento mi raccomanda:”Gazzusaro salutami il FORGIARO”,così lo chiama in quanto gestisce un'officina qui a Tropea .
Un pensiero va anche a Stefano Piccolo”Stefaneo da marina” così tutti lo chiamavano in quanto abitava in località Marina e siccome faceva il marittimo quando rientrava a Tropea da qualche crociera veniva a salutare gli amici e a me portava sempre qualche ricordino.Ha lasciato la cara
moglie Romania e dei figli che attualmente vivono al Nord anche se,specie la moglie, ogni estate
passa qui a Tropea un piacevole soggiorno.

Voglio ritornare sul grande Raf Vallone che come ho accennato ogni estate veniva nella sua” ITACA” anche se passava tanto tempo vicino Roma dove aveva una bellissima villa in una cittadina che somiglia tanto a Tropea se non erro la famosa Sperlonga.Era molto devoto alla SS Madonna di Romania ed un settembre lontano,c'erano i preparativi per la festa in onore della Patrona di Tropea la quale tante volte salvò la nostra cittadina(si narra che durante l'ultima guerra avvenne un vero miracolo;delle bombe lanciate da un aereo caddero vicino alla nostra villa comunale in un orto e non sono esplose ed attualmente sono conservate nella Cattedrale.
Formiamo una commissione per la raccolta di denaro onde affrontare le spese e quando i componenti intravidero Raf che passeggiava con la sig.ra Elena Varzi,rivolgendosi a me dissero:”certamente a te Raf non ti negherà un ottima offerta”.Mi avvicino,li saluto e chiedo un'offerta per i festeggiamenti,al che lui,con grande stupore della moglie, mia e dei componenti della commissione,sorridendo mi dice:”sono come voi un devoto della Madonna ma la mia offerta
la elargirò in Cattedrale”.
Mio fratello Vincenzo,che in gioventù gli era molto amico,ricordava che Raf un giorno trovandosi in spiaggia gli disse:”preparati che t'insegno a nuotare”;lo alza e lo lancia a mare. Mio fratello che
aveva appena tre anni riusci a stare a galla con grande soddisfazione sua e dei presenti.
Altro avvenimento al Campo Sportivo in una partita di calcio amichevole Raf è stato molto bravo
però non riusciva a fare gool e l'arbitro della gara,Ottorino Ciccarelli per nessun motivo,a richiesta
di tutti gli sportivi che gridavano ad un rigore a nostro favore,non accondiscese neppure quando a
Raf un avversario gli strappò la maglietta(in una foto si notano mio fratello Umberto,Peppe Filardi ed altri e Raf con la maglia strappata)
Ho citato l'amico Peppe Filardi che con mio fratello Umberto erano più che amici, per raccontarvi
un episodio sportivo successo: con la squadra di Vibo Valentia.C'era una rivalità forte e nel campionato di promozione eravamo le due compagini più accreditati.Avevamo oltre al citato Filardi,anche mio fratello Umberto, Peppe Chiapparo,Mimmo Laponte,Cecè Tranfo,Mimmo Ferro,Vittorio Stiriti ed altri.Per la partita che si è svolta qui a Tropea tra la nostra JUVENTUS e la VIBONESE i nostri avversari avevano acquistato un giocatore che aveva militato nella serie A,certo ROTA,ed il nostro allenatore,lo storico DOLFIN,chiamò Peppe Filardi prima dell'inizio e gli raccomandò di francobbolare il famoso calciatore,gli disse:”Peppe non devi dargli un centimetro di spazio,siamo nelle tue mani”.Quel giorno gli spalti erano gremiti di Tropeani e di Vibonesi e Peppe quel giorno fu grandissimo, vincemmo una partita storica e con Rota che complimentandosi con il suo diretto avversario ebbe a dire:”avete un giocatore degno non di promozione ma molto più in alto”.
Un caro affettuoso ricordo per tutti ed in particolare per Filardi che chiamavamo”Abbate Peppe”
in quanto aveva frequentato per motivi di studio il Seminario Diocesano e che purtroppo finì i suoi

giorni molto giovane lasciando moglie e figli.

lunedì 22 luglio 2013

L CARISSIMO AMICO MIMMO NACCARI

I
L CARISSIMO AMICO MIMMO NACCARI “IL PADRINO”
Che dire di questo caro amico”MICUCCIO” figlio di Battistino che a Tropea è stato un personaggio,l'amico di tutti,si prodigava per tutti ed aveva amicizie dappertutto finanche i grandi Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che incontrava nelle fiere quando non erano famosi e li aiutava
spesso e volentieri.La sua famiglia è composta dalla cara moglie Mariuzza e tre figli ed ha abitato
in una casa presa in fitto nei pressi della Stazione FF SS da un amico un certo Cuzzupoli.
Voleva un bene pazzo al figlio Giovanni,a Benito ed alla sua adorata NINNI' che vivono a Tropea ed uno dei suoi più cari amici oltre a mio suocero ero io con cui divideva parte della giornata.Mi voleva bene come un figlio e veniva a trovarmi sempre al Municipio dove lavoravo e mi raccontava sempre avvenimenti trascorsi nel periodo di guerra quando per sbarcare il lunario si faceva di tutto.Mi narrava che un giorno a Roma,in Piazza Cinquecento vicino alla Stazione Termini,con mio suocero ed il fratello Pasquale con una paperella ammaestrata offrivano ai passanti un bigliettino pescato con il becco della stessa e dicevano che era di buon augurio e che c'erano indicati dei numeri fortunati da giocare al lotto e facevano ottimi profitti. Succede però un grave fatto che li fa finire in Caserma per accertamenti in quanto nelle vicinanze della Stazione era stato ucciso un generale delle Forze dell'Ordine. Micuccio e gli altri piangevano specie per la paperella che i Militari non riuscivano a sistemarla in Caserma per cui scopre che il Comandante era un Calabrese e piangendo gli disse:”MARESCIALLO SIAMO TRE SVENTURATI DI TROPEA,DATECI LA PAPERELLA ALTRIMENTI MORIREMO DI FAME QUI A ROMA”
Questo si commuove e dopo infinite raccomandazioni li lascia liberi e gli fa consegnare la papera.
Avrei tanti episodi da raccontare e voglio continuare con quest'altro: Micuccio era un grande giocatore di dama che si portava sempre dietro anche quando ogni tanto doveva scontare qualche
breve periodo in “GATTABUIA” per fatti di poco conto e non gravi.Vado a trovarlo in carcere che
era vicino al Municipio e dove era il responsabile un amico a cui gli chiesi il permesso di poterlo visitare per portare un po' di frutta e per salutarlo.Mi autorizza e non appena Micuccio mi vede,mi abbraccia affettuosamente e prende la dama e mi sfida “UNA PARTITA SECCA VOGLIO DARTI UNA LEZIONE”- Giochiamo alla presenza di altri detenuti e del guardiacarceriere e guarda caso riesco a vincerlo con grande stupore di tutti e Micuccio: QUI NON DOVEVI UMILIARMI E FRA GIORNI APPENA USCIRO' TI FARO' CAPPOTTO”- Mi ringraziò per la visita ed io rimase molto contento in quanto accadeva molto raramente e lui era un grande giocatore di dama, a Tropea era il numero uno.
Un altro aneddoto è il seguente:Micuccio,come detto,aveva amici dappertutto e c'era un certo Mimmo Covelli originario di Crotone che spesso veniva a Tropea ed in piazza faceva il gioco con le buste in cui erano indicati i regali che ogni partecipante poteva vincere.Mi fermo con mia moglie e
compro 4 numeri ed all'estrazione Mimmo Covelli chiama il numero fortunato che avevo comperato io e mi dice:”GIOVANOTTO PER LA TUA BUSTA SE ME LA LASCI IN CAMBIO TI DO' QUESTO ASCIUGACAPELLI” io accetto l'offerta con grande stupore suo e quando l'indomani
racconto ogni cosa a Mimmo Naccari mi riferì che lo aveva saputo e che Covelli gli aveva detto:UN GIOVANOTTO MI HA ACCETTATO UN BELLISSIMO REGALO CHE ERA L'UNICO CHE
AVEVO e mi ribadì “ SEI UNO DEI POCHI CHE HA FREGATO COVELLI IN TUTTA LA SUA
CARRIERA.IO SONO FIERO DI TE E DIRO' A COVELLI”-L'ASCIUGACAPELLI E' IN BUONE MANI.” Pensate che l'ho usato fino a poco tempo fa.
Ne avrei tanti altri episodi ma concludo e dico che la moglie ed i figli devono essere orgogliosi
di aver avuto un papà come lui.
Altro carissimo amico che ci ha lasciato molto giovane è stato e non soltanto per me Salvatore La Torre alias “LA TIGRE”- Di professione faceva il barbiere a Tropea in un locale nel Centro Storico
e poi con la stessa qualifica fu assunto alle dipendenze del locale Ospedale:
Era buono,bravo e generoso,sposato e con figli ed ogni Lunedì,nel periodo invernale,c'era la grande sfida,allo stadio “DEL SOLE” fra lui e l'eterno antagonista “IL POLACCO”
Formavano due squadre di calcio e la TIGRE non voleva iniziare la partita se non scendevo io ad
arbitrare “ SOLO CON TONINO POSSIAMO PORTARE A TERMINE LE PARTITE”
Ogni lunedì le gradinate erano affollatissime di gente e non mancava mai “PAPERA”,Pasquale Teramo che gli gridava: SALVATORE IO SONO QUI, era un suo tifoso e la Tigre lo accoglieva
con un sorriso.Dall'altra parte la squadra del POLACCO, in campo erano molto accaniti e litigavano di continuo.Quando la Tigre vinceva mi diceva: TONINEO GUARDA L'OROLOGIO E STAI CON GLI OCCHI APERTI,mentre se perdeva : LA PARTITA FINISCE SOLO QUANDO IL SOLE SI CORICA” Era veramente come un film comico e loro due sembravano “STALIO ED OLIO”

Vengo con commozione al grande amico di tutti PATEA,Francesco Orfanò, il pescatore, grandissimo tifoso della Juve che col suocero erano come due fratelli e con me e Franca sempre affettuoso e generoso.
.Per una partita molto sentita qui a Tropea e non solo,-Lazio-Juve,partiamo con un pulmino dell'amico Totonno alla volta di Roma;c'era anche con noi il suocero tifoso della Juve.
Giorgio Chinaglia,centravanti della Lazio, quel giorno è stato grandissimo e vinsero per 3 a 1meritatamente con un grande gol del glorioso centravanti Romano.
Non vi dico al ritorno nel pulmino tutti erano muti,sembrava di tornare da un funerale.
Vi racconto per stare nel tema di un giorno dopo i campionati mondiali in Argentina viene a Tropea il grande Gentile con la moglie e guarda caso si fermano a mangiare nel ristorante MIRAMARE gestito da mio suocero nella Via Libertà.Arrivano nel locale tutti i Juventini fra cui anche Patea che da noi era come uno di casa.Si avvicina e dopo aver salutato i coniugi Gentile gli dice rivolgendosi a me:”guarda che di fronte a te c'è un tifoso della Lazio che si dovrebbe vergognare perchè segue suo fratello Toruccio che vivendo a Roma tifa per la squadra romana,al che Gentile si rivolge a me e mi chiede se ciò che affermava Patea fosse vero. Io risposi,” per prima cosa mi congratulo con te e per quello che hai fatto ai Mondiali ed anche per la bellissima moglie che hai accanto” poi ti dico: ”mio fratello è un accanitissimo tifoso della Lazio anche se da anni vive a Roma e guarda caso abita a Torre Spaccata in V.le dei Romanisti,ma per quanto riguarda ciò che mi rimprovera Patea non mi vergogno per niente in quanto tifo per una squadra del Sud e voglio ribadire anche a te che sono loro a doversi vergognare di tifare per una squadra del Nord anche se trattasi della “ GRANDE SIGNORA”come la chiamano e ricordo a te ed ai presenti che a Roma vi siete beccati un bel 3 a 1 meritatissimo per la squadra del grande Giorgione.”

Gentile prese le mie battute con un sorriso assieme alla bella moglie e ringraziò tutti per l'affetto dimostratogli ed in particolare mio suocero che gli offrì il pranzo.

giovedì 18 luglio 2013

Il Grande Raf Vallone

Il grande Campione di calcio del Torino RAF VALLONE non chè il grandissimo attore cinematografico nacque a Tropea e riposa nel locale cimitero. Ogni anno la moglie Elena Varzi con i figli il 2 novembre vengono a commemorarlo ed appena c'incontriamo nella Cappella di famiglia e la sig.ra Varzi mi dice: “ lei è stato un caro amico,mio marito me lo diceva sempre”.
Bellissima ancora oggi ed io lo scorso anno, salutandola, le disse:”bella signora di una bellezza trascorsa ma non scomparsa”,
E' stata compagna di sempre del grande attore e fu interprete assieme a lui del grande film IL CAMMINO DELLA SPERANZA dove si conobbero,si sposarono ed ebbero dei figli.
Da ricordare RISO AMARO con Vittorio Gasman e la bella Silvana Mangano,IL MULINO SUL PO un grande sceneggiato che ci teneva davanti alla TV numerosi e nello stesso tempo noi Tropeani
siamo orgogliosi di si tanta bravura del nostro illustre concittadino.
Ricordo di lui un fatto successo molto tempo fa:”l'allora Sindaco di Tropea,Generale Riccardo Toraldo di Francia,suo amico,mi disse:”dovresti portare questi documenti a Raf Vallone il quale
abita nella vicina Parghelia in una villa “. Vado e lo trovo alquanto adirato e gridava con un suo
contadino che doveva costruire una casa colonica nelle sue terre.Voleva realizzarla in un punto lontano da dove passava,scendendo a valle,una “fiumara” mentre Raf aveva scelto un altro punto.
“dottore noi qui ci viviamo tutto l'anno mentre voialtri venite solo per pochi periodi in estate perciò
la casa si farà dove deciderò io e la mia famiglia”
Al ritorno a Tropea raccontai il tutto al Generale che si mise in contatto e gli disse: “ IL COLONO HA RAGIONE perchè lì deve passare tutta la sua vita ed il rumore dell'acqua gli dà fastidio specie di notte”- Raf che ascoltava i suoi consigli accondiscese.
Altro aneddoto:
Con Raf organizzavamo presso il Campo Sportivo delle partitelle di calcio in quanto lui restò sempre un appassionato ed un giorno s'infuriò con l'amico Antonio Epifanio il quale ritornato da
Buenos Aires imitava i grandi campioni argentini e con i suoi movimenti repentini faceva infuriare
Raf che replicava “ SEI SOLO UN FANATICO IL PALLONE NON E' PER TE”,mentre in effetti
Antonio era molto bravo ed era allenato da mio fratello Umberto che di lui aveva molta stima e

divenne una vera colonna della locale JUVENTUS con Mimmo Buttafuoco,Nicola Delorenzo-IL PARIGINO,Antonio De Luca,MELO DI CUCCURINO,Peppe Calamita,Franco Crisafio,Saverio De Vita,Franco La Torre,Aldo Collia,Gianfranco Pugliese,Franco Carmelitano,Tonino Il Gelataio,Mimmo Il Gelataio,LA TIGRE, Marrabello Giuseppe,Ciambolo ecc

I MIEI COMPAGNI DI LICEO E L'INDIMENTICABILE PROF. ANTONIO ARENA

I MIEI COMPAGNI DI LICEO E L'INDIMENTICABILE PROF. ANTONIO ARENA
In verità tutti mi hanno sopportato in quanto ero un po' irrequieto e di tutti conservo un ottimo
ricordo,da Orazio Toraldo a Giovanni Ruffa,da Totò Scordo a Franco Cutuli,da Franco Saragò
a Serafino Pantano,da Dino Sorbilli ad Antonio e Filippo De Vita,da Matteo De Lorenzo a Pasquale
Adilardi e poi passare a quelle del gentil sesso:Pierina Molina,Amaddeo Maria Luisa,Olga Naso,Marisetta Tranfo,Anna Maria Loiacono,Tetè Gabrielli,Rosa Simonelli,Nella Nicolò,Lucrezia
Monbrici,Franca Ruffa e altri.
Pierina Molina abitava davanti alla villa comunale,era molto bella e Matteo Delorenzo la faceva
infuriare per le sue battute molto spinte.Olga Naso era un vero genio su tutte le materie.Amaddeo
Maria Luisa chiamata dai familiari”fiore”per la sua bellezza,ci eravamo invaghiti di lei Pippo Macchione ed io;un giorno da capoclasse annotavo sulla lavagna quelli irrequieti ed in un'occasione
segnai Pippo che se la prese e rinproverandomi mi disse”non finisce qui fuori ci vedremo.All'uscita litigammo non tanto per averlo segnato sulla lavagna ma perchè eravamo gelosi della bella Maria Luisa con cui tutto finiva con semplici sguardi di simpatia e con qualche serenata romantica che dedicavamo con Orazio Toraldo,Nicola Cutuli,Filippo De Vita ed altri quando passavamo sotto casa situata vicino alla scuola e pronti a scappare non appena rincasava il papà
.
Orazio Toraldo “IL BUON MARCHESE”, buono,semplice e generoso,un caro amico.
A scuola era disponibile con tutti e quando c'era da tradurre qualche versione di greco un po' difficile tutti ci rivolgevamo a lui in quanto era molto bravo e la sua cuginetta Marisetta Tranfo lo
faceva impazzire in quanto per prima voleva la versione e gli diceva:”gli altri devono aspettare”.
Nel pomeriggio ci incontravamo all'ultimo piano della sua abitazione in Via Glorizio vicino alla
Cattedrale e la mamma,donna Carlotta ed il papà don Lillì ci ospitavano con piacere per accontentare Orazio che viveva con loro assieme alla sorella Lea e i fratelli Felice ed Edoardo.
Giocavamo a carte e veniva pure Franco Cutuli,Pasqualino Adilardi,Cecè Tranfo ed altri e fra una
partita e l'altra io me ne andavo in soffitta e mi facevo grande abbuffate di olivi,pan duro e quanto
di buono c'era.Nel periodo della vendemmia salivamo a Brattirò dove il papà faceva un ottimo vino
e noi amici di Orazio assieme ai contadini calpestavamo l'uva ballando e cantando.
Orazio si trasferì col fratello Eduardo a Roma in un convitto per studiare mentre io andai a Torino
a lavorare ospite in casa della famiglia di mio cugino Luigi.
Tornando a Tropea Orazio si sposò e si trasferì a Brattirò in una comoda casa di campagna di sua proprietà e dove la moglie coltivava di tutto finanche aveva un attrezzatissimo alveare con produzione di ottimo miele
.
Il caro amico Giovanni Ruffa
un vero fenomeno “IL LATINISTA” con lui traducevamo le versioni cantando ed il Prof.Rocco
Ruffa gridava “FINITELA VI CACCIO FUORI”.
Ogni anno gli portavo i ricci di mare di cui era ghiottissimo e mi diceva:”mi sono fatto una scorpacciata di spaghetti che erano la fine del mondo”.

Totò Scordo compagno di banco ed un vero poeta;scriveva poesie bellissime ed in particolare una la dedicò ad una ragazza che veniva a scuola con noi e per la quale prese una tremenda cotta.

Franco Saragò che chiamavamo “Zatopek” in quanto era fortissimo nelle corse a lungo tragitto.

Dino Sorbilli col quale abbiamo partecipato ai campionati studenteschi di atletica che si svolgevano
ogni anno a Catanzaro e dove io mi classificai terzo nel salto in alto.Terzo in tutta la Calabria è stata
una grande soddisfazione per me e per il Prof.Franco Dilorenzo che ci preparava e nell'occasione il
Prof. di matematica Romano Paolo mi disse:”non per meriti culturali ma per meriti sportivi ti do un
bel SETTE,sei contento?”

Veniamo alla prima liceale dove insegnava latino,greco ed altro un grande Professore che non trovo
parole per definirlo per la bravura,preparazione,portamento,l'esimio Prof.Antonio Arena
.Rigoroso fino all'inverosimile ma tanto umano ed era originario della vicina Orsigliadi di Ricadi.
Mi prese in simpatia ed ogni pomeriggio andavo a trovarlo a casa in Largo Galluppi dove aveva
affittato un piccolo locale.Mi dava utili consigli che io accettavo in quanto si dimostrava con me come un padre.In classe era molto esigente bisognava solo studiare con impegno.e lesue lezioni erano veramente utilissime; per la sua bravura lasciò la Calabria a cui era attaccatissimo ed
approdò in scuole di altre città,se non erro Roma,dove contrasse un felice matrimonio coronato dalla nascita di figli ai quali era molto affezionato,una attualmente lavora presso il locale ospedale
civile e di lei tutti hanno parole di elogio per la sua professionalità.L'esimio professore aveva un'infinità di libri ed in sua memoria verrà aperta una biblioteca nella sua amata Orsigliadi.
Un saluto da

Tonino Accorinti

Il Carissimo Amico "Ciambolo" Alfonso Toraldo..

Uno dei più cari amici d'infanzia Alfonso Toraldo- alias CIAMBOLO
Dividevamo con lui quasi tutta la giornata ed ogni pomeriggio dopo pranzo c'incontravamo.
Eravamo entrambi appassionati di films Western però in particolare la nostra preferenza era per i
quelli di TARZAN IL RE DELLA FORESTA che per nessun motivo volevamo perdere e facevamo
i salti mortali finanche andavo,a nome di Ciambolo, dal papà,Don Vincenzino Toraldo,che si sedeva nel pomeriggio davanti alla famosa “CASINA” nel centro storico cittadino e che era lo svago per
i signori di Tropea “IL RITROVO DEI NOBILI”.Gli giravo intorno e lui con un sorriso mi faceva
avvicinare e mi dava i soldi per me e per Alfonso per andare al cinema.
Con Ciambolo nella discesa per andare a mare dove anticamente c'erano due mulini a vento,sotto
la montagna realizzavamo una capanna con canne e foglie secche e lì ci riposavamo e non facevamo avvicinare neanche i più cari amici e stavamo all'erta pronti con frecce e fionde;tutti ci temevano e
Ciambolo aveva due manoni da fare impressionare anche un grande pugile:Sfidavamo i BARRACCOTI ragazzi che abitavano le baracche che sorgevano in Via Libertà ed in due lottavamo
con tutti loro ed avevamo sempre la meglio in quanto anche io,mingherlino ero agilissimo e seguivo
i consigli del mio grande fratellone VINCENZO che inoltre mi suggeriva:”quando litighi molla sempre il primo cazzotto e non aspettare mai a riceverlo”.
Un giorno ragazzi più grandi di noi ci istigavano e ci dicevano “ vogliamo vedere chi dei due è il più forte” ce li siamo dati di santa ragione ed alla fine sfiniti ci siamo abbracciati dopo un ex equo
e abbiamo giurato eterna fedeltà con la famosa unione del sangue seguendo l'esempio degli Indiani nei films.
Ciambolo divenne un grande calciatore prima nelle squadre locali e poi a Torino dove fece un'ottima carriera dopo essersi trasferito assieme alla famiglia.
Rientrammo entrambi da Torino ed una domenica andammo a giocare una partita di calcio nella vicina Spilinga. C'era fra le due squadre una grande differenza (Ciambolo era bravissimo,io me la
cavavo abbastanza ed avevamo con noi fra altri Ciccio Vallone).Succede ad un certo punto dell'incontro,per non dire dello scontro,che un avversario ingiuria la mamma di Ciccio Vallone e
di conseguenza scoppia una guerriglia. Io Ciambolo e Ciccio menavamo come in un ring.
Ad un certo punto vedo un avversario con un grosso macigno alle spalle di Alfonso per cui mi lancio come un fulmine e riesco a far cadere la pietra dalle mani e quando Ciambolo si accorge,lo
sistema “per le feste”.Sembravano inferociti ed a loro si sono riuniti tanta gente e fortuna volle che
un contadino ci fece entrare in una baracca nei pressi del campo sportivo e tutto finì con tanto
spavento e tante botte.
Dopo qualche settimana un mio amico nota la presenza di un tizio di Spilinga che è stato l'artefice della lite in giro per il paese e non vi dico quante gliene ho date e gli ho pure consigliato di scomparire subito: “ricordati quello che hai fatto durante la partita e stai attento che Ciambolo e Ciccio Vallone ti daranno il resto se sanno che sei qui a Tropea”.
Alfonso abitava sulla Via Libertà in una villa bellissima assieme al papà ed alla mamma che era
una donna tanto buona e che aveva una bella voce in quanto in gioventù aveva fatto la cantante ed
inoltre il fratello”TOTO' IL PRINCIPE” e delle sorelle molto belle.
Sposò la bella Irene ed ebbero la figlia Ida ed un'altra che non vive a Tropea.
Tutti gli sportivi ricordano il grande Ciambolo ed anche mio fratello Umberto che fu il suo allenatore ed il grande Peppe Filardi, Peppe Chiapparo, Mimmo Laponte,Vittorio Stiriti, Carminuccio Lorenzo, Aldo Barone, Mimmo Ferro, Eduardo Toraldo, Nino e Turi Filardi, Cecè
Tranfo, Mimmo Amante ed altri che facevano tutti parte della gloriosa squadra di calcio locale
la JUVENTUS.
Con grande affetto ricordando Ciambolo e tutti gli altri

Tonino Accorinti

lunedì 15 luglio 2013

Il Carissimo Amico Salvatore La Torre alias “LA TIGRE”

Altro carissimo amico che ci ha lasciato molto giovane è stato e non soltanto per me

Salvatore La Torre alias “LA TIGRE”- Di professione faceva il barbiere a Tropea in un locale nel Centro Storico
e poi con la stessa qualifica fu assunto alle dipendenze del locale Ospedale:
Era buono,bravo e generoso,sposato e con figli ed ogni Lunedì,nel periodo invernale,c'era la grande sfida,allo stadio “DEL SOLE” fra lui e l'eterno antagonista “IL POLACCO”
Formavano due squadre di calcio e la TIGRE non voleva iniziare la partita se non scendevo io ad
arbitrare “ SOLO CON TONINO POSSIAMO PORTARE A TERMINE LE PARTITE”
Ogni lunedì le gradinate erano affollatissime di gente e non mancava mai “PAPERA”,Pasquale Teramo che gli gridava: SALVATORE IO SONO QUI, era un suo tifoso e la Tigre lo accoglieva
con un sorriso.Dall'altra parte la squadra del POLACCO, in campo erano molto accaniti e litigavano di continuo.Quando la Tigre vinceva mi diceva: TONINEO GUARDA L'OROLOGIO E STAI CON GLI OCCHI APERTI,mentre se perdeva : LA PARTITA FINISCE SOLO QUANDO IL SOLE SI CORICA” Era veramente come un film comico e loro due sembravano “STALIO ED OLIO”

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Vengo con commozione al grande amico di tutti PATEA,Francesco Orfanò, il pescatore, grandissimo tifoso della Juve che col suocero erano come due fratelli e con me e Franca sempre affettuoso e generoso.
.Per una partita molto sentita qui a Tropea e non solo,-Lazio-Juve,partiamo con un pulmino dell'amico Totonno alla volta di Roma;c'era anche con noi il suocero tifoso della Juve.
Giorgio Chinaglia,centravanti della Lazio, quel giorno è stato grandissimo e vinsero per 3 a 1meritatamente con un grande gol del glorioso centravanti Romano.
Non vi dico al ritorno nel pulmino tutti erano muti,sembrava di tornare da un funerale.
Vi racconto per stare nel tema di un giorno dopo i campionati mondiali in Argentina viene a Tropea il grande Gentile con la moglie e guarda caso si fermano a mangiare nel ristorante MIRAMARE gestito da mio suocero nella Via Libertà.Arrivano nel locale tutti i Juventini fra cui anche Patea che da noi era come uno di casa.Si avvicina e dopo aver salutato i coniugi Gentile gli dice rivolgendosi a me:”guarda che di fronte a te c'è un tifoso della Lazio che si dovrebbe vergognare perchè segue suo fratello Toruccio che vivendo a Roma tifa per la squadra romana,al che Gentile si rivolge a me e mi chiede se ciò che affermava Patea fosse vero. Io risposi,” per prima cosa mi congratulo con te e per quello che hai fatto ai Mondiali ed anche per la bellissima moglie che hai accanto” poi ti dico: ”mio fratello è un accanitissimo tifoso della Lazio anche se da anni vive a Roma e guarda caso abita a Torre Spaccata in V.le dei Romanisti,ma per quanto riguarda ciò che mi rimprovera Patea non mi vergogno per niente in quanto tifo per una squadra del Sud e voglio ribadire anche a te che sono loro a doversi vergognare di tifare per una squadra del Nord anche se trattasi della “ GRANDE SIGNORA”come la chiamano e ricordo a te ed ai presenti che a Roma vi siete beccati un bel 3 a 1 meritatissimo per la squadra del grande Giorgione.”

Gentile prese le mie battute con un sorriso assieme alla bella moglie e ringraziò tutti per l'affetto dimostratogli ed in particolare mio suocero che gli offrì il pranzo.

IL COMUNE DI TROPEA MEZZO SECOLO FA'...

 COMUNE DI TROPEA MEZZO SECOLO FA'
Articolo pubblicato su “LA PIAZZA” nel 2009
Correva l'anno 1961 rientravo da Torino,meta di tanti meridionali che approdavano in quella città in cerca di un onesto lavoro e mi trovai al cospetto del Generale Riccardo Toraldo di Francia,
Ingegnere-collaudatore dello Stato,Sindaco del Comune ed uomo onesto,buono e generoso con tutti.Anche egli era rientrato da qualche anno da Roma e si era trovato a capeggiare una lista di cittadini,la maggior parte umili lavoratori che avevano posto in lui la massima fiducia,ampiamente meritata per le sue particolari doti che gli venivano riconosciuti da tutti.
Vinse le elezioni amministrative nel 1960 e prese il posto della d.ssa Lidia Toraldo Serra,che aveva amministrato Tropea per diversi anni:Fui assunto e nominato archivista del Comune.Io ed altri colleghi fummo dotati di tute,disinfettanti ed altro e con grande soddisfazione sua e nostra,impiantammo l'archivio storico che non esisteva.
Con gli altri amministratori il Generale cercò di organizzare ogni cosa e passando dal Cimitero,ricordo che disse”questo è davvero un camposanto”,nessuno sapeva dove erano sepolti i propri cari.Fece costruire subito dei “colombari”perchè non c'era posto dove seppellire i defunti,fece ampliare il cimitero prima dal lato di Rocca Nettuno e poi verso Contrada Croce.Fece costruire edicole e cappelle funerarie,in breve il camposanto divenne un vero cimitero,ben organizzato e,grazie al custode Lorenzo Pasquale e Michele Crigna con il figlio Giuseppe,si cominciò a capire qualcosa.Si passò poi ad organizzare il Municipio che era così composto:
All'Ufficio Anagrafe,elettorale,leva e conciliazione:Mimmo Blasa,una vera macchina da lavoro che
pur essendo malato,andava nel vicino ospedale a farsi curare e poi rientrava al suo posto;
al rilascio certificati:Lorenzo Nicola,allo Stato Civile:Cesare Adilardi,alla Ragioneria c'era Cesare Giroldini.Il sottoscritto era archivista-protocollista,Francesca Loiacono segretaria della Commissione Commercio fisso ed ambulante-incaricata del Ruolo Utenze Pesi e Misure.Salvatore
Nazionale,usciere-centralinista:Vi erano poi i vigili urbani:Michele Simonelli facente funzioni di
“Capoguardia” e poi Tommaso Tocco,Peppino Blasa,Ciccio Romano e subito dopo Antonio Ostone e Ciccio Vallone.L'Ufficio Veterinario era diretto dal dr.Vittorio Rizzo-vincitore di concorso su tre sedi importanti ma che scelse Tropea.All'Ufficio Dazio vi erano Vitantonio Castronuovo,Nicola Arena e Francesco Florio;Giovanni Lento ed i suoi collaboratori all'Esattoria e Tesoreria.
Netturbini,per tutto il territorio escluso le zone periferiche,erano:Domenico Gemelli,Giuseppe Florio,Onofrio Simonelli e Pasquale Simonelli. Domenico Amante era fognaiolo e Vincenzino Toraldo guardiano dell'acquedotto.Addetto alle fontane pubbliche ed all'orologio di Piazza Ercole,con mansioni di fontaniere era Saverio Caracciolo.Mazzitelli Francesco faceva da accalappiacani ed aiuto fognaiolo.
Preciso che i tempi e le esigenze sono senz'altro cambiati ma gli uffici comunali erano aperti anche il sabato dalle 8 alle 13 e dalle 16'30 alle 18,30.Ogni cosa funzionava con “mezzi di fortuna” e con un ciclostile manuale io riuscivo a fornire di stampati non solo i nostri uffici ma anche quelli dell'Ufficio di Collocamento ed altri,voglio dire che con i proverbiali”quattro gatti”tutto funzionava alla meglio sia negli uffici che fuori.
Concludo chiedendomi:abbiamo le spiagge più belle del mondo,un clima mite e dolcissimo,Chiese antichissime,palazzi mediovali e la cipolla più dolce d'Italia,perchè non ci prodighiamo tutti a far diventare Tropea ancora più bella ed accogliente così da essere collocata al più presto al posto giusto? Un caro saluto Tonino Accorinti.

Segretari Comunali che si sono succeduti in tempi diversi alla guida del Comune
Colloco quello con cui collaborai e mi formai al primo posto anche se con tutti ebbi ottimi rapporti:
Rag.Francesco Gentile che era intelligente,preparato e scriveva belle poesie o le recitava e quando durante il censimento della popolazione del 1961, assieme controllavamo le schede compilate dai cittadini,il collega Mimmo Blasa mi disse : “ domandagli perchè veniva chiamato IMPERATORE”,divenne una belva e mi replicò: ti ho mai chiamato CAZZUSARO?” Non vi dico quanto rise Mimmo Blasa vedendo la sua reazione.Voglio precisare in proposito che mio nonno materno Salvatore Libertino portò per primo a Tropea la MACCHINA CHE PREPARAVA LE GASSOSE GUSTOSISSIME e fu il primo a proiettare il CINEMA MUTO che all'epoca era una vera novità.
Cito frasi e poesie che recitava don Ciccio Gentile:
appena veniva a trovarlo al Municipio qualche amico lo salutava: MOLTO REVERENDO E APRICO oppure : TU MI RIEMPI DI UN IMMONDIZZAIO DI GENTILEZZE inoltre “NUI CALABRISI VI LU DICU CHIARU AVIMU A TESTA TOSTA-TOSTA E DURA CA SI NDA
SBATTAREUMO MURA MURA CHIU' TOSTA SI FARREA NON C'E RIPARU.
UN OSTE SI RIVOLGE AL GRANDE MAESTRO DANTE ALIGHIERI : MAESTRO PIACCIONO I TUOI VERSI PIU' DI QUANTO PIACCIONI I MIEI VINI PERCHE' CON L'ACQUA IO FO' VINI DIVERSI E TU COL CUORE FAI VERSI DIVINI.
Si succedetterò al Comune di Tropea diversi Segretari dopo Gentile,Alfonso Albino,Totò Marataro,Carlo Cognetto ed altri fino a quando,con l'Amministrazione alla guida del Sindaco Peppino Romano.giunse un Siciliano DOC,originario di Lampedusa e non potete immaginare come rivoluzionò gli Uffici.Uomo onesto,generoso,esperto un vero “fenomeno”,sapeva di tutto e le telefonate per lui si susseguivano da molti comuni ed ogni richiesta,ogni chiarimento venivano esauditi.Ci chiamò a rapporto a me,Gaetano Molina e Mimmo Laganà e ci portò nell'archivio storico che si presentava come un ammasso di cartacce sporche e piene di polvere e dopo averci raccomandato di sistemarlo ci disse: “LO VOGLIO VEDERE UN SALOTTO”QUI C'E TUTTA LA STORIA DI TROPEA
Ci prodighiamo al massimo e con soddisfazione sua,del Sindaco e di tutta l'Amministrazione riuscimmo a far diventare i locali accessibili e sistemati alla meglio e tutte le pratiche importanti,i fascicoli del personale furono catalogati e messi in armadi metallici.

Il segretario,dr.Antonio Palmeri,lasciò a Tropea un ottimo ricordo però dopo vinse al Ministero degli Interni il concorso per Segretario Generale,fu uno dei primi,e si trasferì a Ravenna dove vive ancora oggi con la famiglia.Il suo miglior amico che lo ricorda con affetto fu Ciccio Schiariti “IL CURATORE DELLA CIPOLLA DOLCE DI TROPEA”

amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”


Uno dei più cari amici d'infanzia Alfonso Toraldo- alias CIAMBOLO
Dividevamo con lui quasi tutta la giornata ed ogni pomeriggio dopo pranzo c'incontravamo.
Eravamo entrambi appassionati di films Western però in particolare la nostra preferenza era per i
quelli di TARZAN IL RE DELLA FORESTA che per nessun motivo volevamo perdere e facevamo
i salti mortali finanche andavo,a nome di Ciambolo, dal papà,Don Vincenzino Toraldo,che si sedeva nel pomeriggio davanti alla famosa “CASINA” nel centro storico cittadino e che era lo svago per
i signori di Tropea “IL RITROVO DEI NOBILI”.Gli giravo intorno e lui con un sorriso mi faceva
avvicinare e mi dava i soldi per me e per Alfonso per andare al cinema.
Con Ciambolo nella discesa per andare a mare dove anticamente c'erano due mulini a vento,sotto
la montagna realizzavamo una capanna con canne e foglie secche e lì ci riposavamo e non facevamo avvicinare neanche i più cari amici e stavamo all'erta pronti con frecce e fionde;tutti ci temevano e
Ciambolo aveva due manoni da fare impressionare anche un grande pugile:Sfidavamo i BARRACCOTI ragazzi che abitavano le baracche che sorgevano in Via Libertà ed in due lottavamo
con tutti loro ed avevamo sempre la meglio in quanto anche io,mingherlino ero agilissimo e seguivo
i consigli del mio grande fratellone VINCENZO che inoltre mi suggeriva:”quando litighi molla sempre il primo cazzotto e non aspettare mai a riceverlo”.
Un giorno ragazzi più grandi di noi ci istigavano e ci dicevano “ vogliamo vedere chi dei due è il più forte” ce li siamo dati di santa ragione ed alla fine sfiniti ci siamo abbracciati dopo un ex equo
e abbiamo giurato eterna fedeltà con la famosa unione del sangue seguendo l'esempio degli Indiani nei films.
Ciambolo divenne un grande calciatore prima nelle squadre locali e poi a Torino dove fece un'ottima carriera dopo essersi trasferito assieme alla famiglia.
Rientrammo entrambi da Torino ed una domenica andammo a giocare una partita di calcio nella vicina Spilinga. C'era fra le due squadre una grande differenza (Ciambolo era bravissimo,io me la
cavavo abbastanza ed avevamo con noi fra altri Ciccio Vallone).Succede ad un certo punto dell'incontro,per non dire dello scontro,che un avversario ingiuria la mamma di Ciccio Vallone e
di conseguenza scoppia una guerriglia. Io Ciambolo e Ciccio menavamo come in un ring.
Ad un certo punto vedo un avversario con un grosso macigno alle spalle di Alfonso per cui mi lancio come un fulmine e riesco a far cadere la pietra dalle mani e quando Ciambolo si accorge,lo
sistema “per le feste”.Sembravano inferociti ed a loro si sono riuniti tanta gente e fortuna volle che
un contadino ci fece entrare in una baracca nei pressi del campo sportivo e tutto finì con tanto
spavento e tante botte.
Dopo qualche settimana un mio amico nota la presenza di un tizio di Spilinga che è stato l'artefice della lite in giro per il paese e non vi dico quante gliene ho date e gli ho pure consigliato di scomparire subito: “ricordati quello che hai fatto durante la partita e stai attento che Ciambolo e Ciccio Vallone ti daranno il resto se sanno che sei qui a Tropea”.
Alfonso abitava sulla Via Libertà in una villa bellissima assieme al papà ed alla mamma che era
una donna tanto buona e che aveva una bella voce in quanto in gioventù aveva fatto la cantante ed
inoltre il fratello”TOTO' IL PRINCIPE” e delle sorelle molto belle.
Sposò la bella Irene ed ebbero la figlia Ida ed un'altra che non vive a Tropea.
Tutti gli sportivi ricordano il grande Ciambolo ed anche mio fratello Umberto che fu il suo allenatore ed il grande Peppe Filardi, Peppe Chiapparo, Mimmo Laponte,Vittorio Stiriti, Carminuccio Lorenzo, Aldo Barone, Mimmo Ferro, Eduardo Toraldo, Nino e Turi Filardi, Cecè
Tranfo, Mimmo Amante ed altri che facevano tutti parte della gloriosa squadra di calcio locale
la JUVENTUS.
Con grande affetto ricordando Ciambolo e tutti gli altri

Tonino Accorinti

Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”


Tonino Accorinti all'età di 10 anni 1946
Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”
Correva il lontanissimo anno 1952,avevo appena sedici anni e ritiratomi dal liceo classico iniziai
ad andare con mia mamma a Napoli dove facevamo acquisti vari per il nostro esercizio commerciale sito nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele(tessuti,mercerie ed altro).Rientravamo alquanto stanchi e dopo aver sistemato tutta la roba consumavamo qualche panino imbottito.Anche con pochi soldi liquidi mia mamma riusciva ad avere credito da tutti in quanto avevano constatato la sua onestà,precisione e puntualità.Mio papà,dipendente delle FF SS faceva servizio alla stazione di Tropea come deviatore.Avvicinandosi l'arrivo e visto che avevamo una ventina di pacchi e pacchettini, sistemai il tutto vicino allo sportello da dove si scendeva quando il treno si sarebbe fermato.Un viaggiatore involontariamente aprì il finestrino ed uno dei


nostri pacchi finì fuori,guarda caso,proprio nell'interminabile galleria che porta alla stazioneferroviaria di Pizzo Calabro.Io e mia mamma rimaniamo stupiti e non sapevamo quale soluzione trovare e lo stesso quel signore che aveva combinato quel bel guaio era rimasto senza parole e molto dispiaciuto Non mi perdo d'animo e dico a mia mamma che alla fermata di Pizzo sarei sceso per cercare di recuperare il pacco o quello che si poteva racimolare.Mia mamma mi guarda stupita e non nascondeva la sua preoccupazione ed anche la sua ammirazione per quel gesto che mi accingevo a compiere.Le raccomandazioni,gli abbracci affettuosi e le parole di conforto hanno messo in me sì tanto coraggio ma anche tanta paura ed altrettanta frenesia.Mi sono detto che dovevo dimostrare che ero diventato un uomo.Giunti a Pizzo mi diriggo verso la galleria ed all'inbocco vedendo tutto buio pesto faccio marcia indietro e non lontano noto un casello ferroviario,mi avvicino e vedo un omone barbuto che mi domanda il motivo della mia presenza,cerco di spiegare ogni cosa e rimango felice vedendo che era propenso ad aiutarmi specie quando gli dissi che ero figlio del deviatore Accorinti Salvatore con cui lui aveva lavorato presso la stazione di Bagnara Calabra.Mi consegnò una grande torcia accesa e mi raccomandò:”dovesse sopraggiungere un treno ficcati dentro una”garitta”altrimenti rischi di essere rosicchiato dallo stesso”.La paura era sempre più forte ma la voglia di recuperare il pacco era ancora di più per cui mi decido di entrare in galleria.( chiunque leggerà la presente e si troverà a passare da detta capirà se i motivi di paura ed altro erano comprensibili),un centinaio di metri percorsi ed un forte fischio annunciava l'arrivo di un treno.Cercai subito la garitta,mi infilai dentro e con gli occhi spalancati aspettai quell'interminabile passaggio ed a sostenuta velocità fini con lo sconparire e fece terminare in me quell'incubo veramente da sogno.Continuai il cammino interrotto e credetemi quando mi trovai davanti al pacco non mi sembrava vero,subito l'ho riconposto e dopo aver raccolto ogni cosa(cerniere,rotoli di filo,bottoni ed altro) ripresi la via del ritorno ed uscii da quel tunnel felice e fiero e con la palma di”vincitore”.Credetemi il primo pensiero fu per mia mamma”Sabea a gazzusara”la quale ebbe dieci figli,io sono l'ottavo e vi assicuro che è stata una mamma veramente conla M maiuscola e grazie a lei mai patimmo la fame neanche nel periodo della seconda guerra mondiale quando finimmo tutti sfollati a Brattirò in un casolare presso amici e suoi clienti in quanto i Tedeschi lanciavano bombe con gli aerei dappertutto. Dopo aver restituito la torcia al casellante lo ringraziai e dalla stazione di Pizzo raggiunsi con un altro treno quella di Tropea dove tutti mi attendevano in primis mia mamma che mi abbracciò con gli occhi lucidi e mi disse:”sono veramente fiero di te”.Per concludere vi ricordo che “Gazzusara” non era un'offesa ma per ricordare mio nonno paterno “Turi u gazzusaro” che portò a Tropea la prima macchina di gassose ed anche il cinema muto che proiettava in un capannone nei pressi del Viale della stazione ,qualcuno non più giovane certamente se lo ricorderà. Un saluto Tonino Accorinti

mercoledì 10 luglio 2013

Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU” Il Caro Amico"Patea"


Patea e Tonino u gazzusaru alla processione della Madonna di Romania
Vengo con commozione al grande amico di tutti PATEA,Francesco Orfanò, il pescatore, grandissimo tifoso della Juve che col suocero erano come due fratelli e con me e Franca sempre affettuoso e generoso.
.Per una partita molto sentita qui a Tropea e non solo,-Lazio-Juve,partiamo con un pulmino dell'amico Totonno alla volta di Roma;c'era anche con noi il suocero tifoso della Juve.
Giorgio Chinaglia,centravanti della Lazio, quel giorno è stato grandissimo e vinsero per 3 a 1meritatamente con un grande gol del glorioso centravanti Romano.
Non vi dico al ritorno nel pulmino tutti erano muti,sembrava di tornare da un funerale.
Vi racconto per stare nel tema di un giorno dopo i campionati mondiali in Argentina viene a Tropea il grande Gentile con la moglie e guarda caso si fermano a mangiare nel ristorante MIRAMARE gestito da mio suocero nella Via Libertà.Arrivano nel locale tutti i Juventini fra cui anche Patea che da noi era come uno di casa.Si avvicina e dopo aver salutato i coniugi Gentile gli dice rivolgendosi a me:”guarda che di fronte a te c'è un tifoso della Lazio che si dovrebbe vergognare perchè segue suo fratello Toruccio che vivendo a Roma tifa per la squadra romana,al che Gentile si rivolge a me e mi chiede se ciò che affermava Patea fosse vero. Io risposi,” per prima cosa mi congratulo con te e per quello che hai fatto ai Mondiali ed anche per la bellissima moglie che hai accanto” poi ti dico: ”mio fratello è un accanitissimo tifoso della Lazio anche se da anni vive a Roma e guarda caso abita a Torre Spaccata in V.le dei Romanisti,ma per quanto riguarda ciò che mi rimprovera Patea non mi vergogno per niente in quanto tifo per una squadra del Sud e voglio ribadire anche a te che sono loro a doversi vergognare di tifare per una squadra del Nord anche se trattasi della “ GRANDE SIGNORA”come la chiamano e ricordo a te ed ai presenti che a Roma vi siete beccati un bel 3 a 1 meritatissimo per la squadra del grande Giorgione.”

Gentile prese le mie battute con un sorriso assieme alla bella moglie e ringraziò tutti per l'affetto dimostratogli ed in particolare mio suocero che gli offrì il pranzo.

IL CARISSIMO AMICO MIMMO NACCARI

IL CARISSIMO AMICO MIMMO NACCARI “IL PADRINO”
Che dire di questo caro amico”MICUCCIO” figlio di Battistino che a Tropea è stato un personaggio,l'amico di tutti,si prodigava per tutti ed aveva amicizie dappertutto finanche i grandi Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che incontrava nelle fiere quando non erano famosi e li aiutava
spesso e volentieri.La sua famiglia è composta dalla cara moglie Mariuzza e tre figli ed ha abitato
in una casa presa in fitto nei pressi della Stazione FF SS da un amico un certo Cuzzupoli.
Voleva un bene pazzo al figlio Giovanni,a Benito ed alla sua adorata NINNI' che vivono a Tropea ed uno dei suoi più cari amici oltre a mio suocero ero io con cui divideva parte della giornata.Mi voleva bene come un figlio e veniva a trovarmi sempre al Municipio dove lavoravo e mi raccontava sempre avvenimenti trascorsi nel periodo di guerra quando per sbarcare il lunario si faceva di tutto.Mi narrava che un giorno a Roma,in Piazza Cinquecento vicino alla Stazione Termini,con mio suocero ed il fratello Pasquale con una paperella ammaestrata offrivano ai passanti un bigliettino pescato con il becco della stessa e dicevano che era di buon augurio e che c'erano indicati dei numeri fortunati da giocare al lotto e facevano ottimi profitti. Succede però un grave fatto che li fa finire in Caserma per accertamenti in quanto nelle vicinanze della Stazione era stato ucciso un generale delle Forze dell'Ordine. Micuccio e gli altri piangevano specie per la paperella che i Militari non riuscivano a sistemarla in Caserma per cui scopre che il Comandante era un Calabrese e piangendo gli disse:”MARESCIALLO SIAMO TRE SVENTURATI DI TROPEA,DATECI LA PAPERELLA ALTRIMENTI MORIREMO DI FAME QUI A ROMA”
Questo si commuove e dopo infinite raccomandazioni li lascia liberi e gli fa consegnare la papera.
Avrei tanti episodi da raccontare e voglio continuare con quest'altro: Micuccio era un grande giocatore di dama che si portava sempre dietro anche quando ogni tanto doveva scontare qualche
breve periodo in “GATTABUIA” per fatti di poco conto e non gravi.Vado a trovarlo in carcere che
era vicino al Municipio e dove era il responsabile un amico a cui gli chiesi il permesso di poterlo visitare per portare un po' di frutta e per salutarlo.Mi autorizza e non appena Micuccio mi vede,mi abbraccia affettuosamente e prende la dama e mi sfida “UNA PARTITA SECCA VOGLIO DARTI UNA LEZIONE”- Giochiamo alla presenza di altri detenuti e del guardiacarceriere e guarda caso riesco a vincerlo con grande stupore di tutti e Micuccio: QUI NON DOVEVI UMILIARMI E FRA GIORNI APPENA USCIRO' TI FARO' CAPPOTTO”- Mi ringraziò per la visita ed io rimase molto contento in quanto accadeva molto raramente e lui era un grande giocatore di dama, a Tropea era il numero uno.
Un altro aneddoto è il seguente:Micuccio,come detto,aveva amici dappertutto e c'era un certo Mimmo Covelli originario di Crotone che spesso veniva a Tropea ed in piazza faceva il gioco con le buste in cui erano indicati i regali che ogni partecipante poteva vincere.Mi fermo con mia moglie e
compro 4 numeri ed all'estrazione Mimmo Covelli chiama il numero fortunato che avevo comperato io e mi dice:”GIOVANOTTO PER LA TUA BUSTA SE ME LA LASCI IN CAMBIO TI DO' QUESTO ASCIUGACAPELLI” io accetto l'offerta con grande stupore suo e quando l'indomani
racconto ogni cosa a Mimmo Naccari mi riferì che lo aveva saputo e che Covelli gli aveva detto:UN GIOVANOTTO MI HA ACCETTATO UN BELLISSIMO REGALO CHE ERA L'UNICO CHE
AVEVO e mi ribadì “ SEI UNO DEI POCHI CHE HA FREGATO COVELLI IN TUTTA LA SUA
CARRIERA.IO SONO FIERO DI TE E DIRO' A COVELLI”-L'ASCIUGACAPELLI E' IN BUONE MANI.” Pensate che l'ho usato fino a poco tempo fa.
Ne avrei tanti altri episodi ma concludo e dico che la moglie ed i figli devono essere orgogliosi

di aver avuto un papà come lui.

lunedì 24 giugno 2013

Nel lontano 1999 mi incontro casualmente a Tropea con Roberto Laureana il quale tutt'ora è titolare di un'avviata AGENZIA IMMOBILIARE nel Centro Storico di Tropea,vicino all'affaccio “Al cannone” e dove c'è la suberba vista a mare con la famosa “ISOLA”.Ero amico del papà Peppe con il quale,dopo il suo rientro da Legnano,lavoravamo alle dipendenze del Municipio e lui fu assunto dal Generale Riccardo Toraldo di Francia e dalla locale Amministrazione in qualità di vigile Urbano provvisorio e ciò nel periodo che eravamo “quattro gatti” a mandare avanti gli Uffici Municipali e precisamente: Lorenzo Nicola-Cesare Adilardi e Mimmo Blasa per anagrafe-servizio elettorale-stato civile; Per la Segreteria Don Ciccio Gentile,per laRagioneria Cesare Giroldini per l',archivio e protocollo,Commissione Commercio ed edilizia,utenti pesi e misure il sottoscritto che aveva anche funzioni di segretario della Commissione Edilizia e del Commercio,Franca Loiacono dattilografa,
Salvatore Nazionale usciere ed all'esterno i Vigili Urbani:Michele Simonelli,Tocco Tommaso,Peppino Blasa ,Ciccio Romano,Ciccio Vallone e successivamente Antonio Ostone,Gianfranco Pugliese ,Francesco Godano,Lorenzo Francesco,Lorenzo Nicola;per la pulizia del territorio Gemelli Domenico,Simonelli Onofrio ed altri Simonelli,fontaniere Saverio Caracciolo addetto anche al funzionamento dell'orologio in piazza Ercole,Amante Domenico fognaiolo,Francesco Mazzitelli aiutante fognaiolo ed accalappiacani,Lorenzo Paolo ed altri netturbini ed anche Don Vincenzino Toraldo guardiano dell'acquedotto e qualche altro che mi sfugge.
Tanto tempo fa mi incontro casualmente con Roberto Laureana che è titolare di un'agenzia immobiliare nel centro storico di Tropea,nei pressi dell'affaccio al “cannone”.Ero amico del papà Peppe che ha lavorato come Vigile Urbano provvisorio al Comune dove prestavo servizio quando “eravamo 4 gatti”.
Dopo l'esperienza del Comune Peppe Laureana fu assunto presso l'Ufficio INAIL di Vibo Valentia e lì era l'amico di tutti specie dei tropeani che si rivolgevano a lui.Ricordo che un giorno mi recai a Vibo e mi presentò ad un suo collega e gli disse:”mettiti a disposizione di questo caro amico”.
Iniziai a collaborare con Roberto al quale confidai:”quando mi pensionai dal Comune avevo avuto il desiderio di aprire a Tropea un'Agenzia Immobiliare solo che dovetti abbandonare l'idea in quanto il locale mi venne richiesto da mio figlio Salvatore per una sua attività.
Con Roberto mi trovai a mio agio ed assieme ad altri fondammo un agenzia”TROPEA TUTTO L'ANNO”che esiste a tutt'oggi.Qualche turista soffermandosi davanti all'agenzia mi dice”vostro figlio Roberto” ed io ne sono fiero in quanto l'ho sempre voluto bene come un figlio come pure tutta la sua famiglia,in primis la bella Anastasia che assieme alla sorella Daria sono le figlie adottive e sono originarie della Bilorussia,poi il figlio Giuseppe che ha dei ragionamenti come uno grande ed ha appena 9 anni ed anche la moglie Antonella,figlia del dr.Vittorio Rizzo un caro amico che da qualche anno ci ha lasciati e che faceva il veterinario presso il comune di Tropea,uomo di poche parole ma di tanti fatti.Che dire poi della suocera,dei fratelli Eduardo e Mario e della sorella e della mamma che credetemi è la bontà in persona.
Nel lontano 1999 Roberto ha richiesto a Cristina,moglie di mio figlio Salvatore,collaborazione per i fitti di appartamenti gestiti dall'agenzia; con grande piacere la stessa accettò e si distinse per la sua correttezza,precisione e non solo,insomma ha fatto un'ottima esperienza e con ottimi risultati.
Ci fù un'interruzione del rapporto tra me e Roberto in quanto una sua cugina gli chiese che voleva fare esperienza con lui e così fu.
Intanto io venne contattato dall'amico Ing.Eduardo Toraldo che gestiva assieme alla moglie ed un cognato il famoso “lido S.Leonardo”.Fui assunto ed avevo 2 ottimi bagnini con cui gestivamo il lido;fittavamo ombrelloni-sdraio e cabine e credetemi passai un periodo breve ma intenso in quanto,fra l'altro,ero vicino al mare che io da sempre adoro e perchè con Eduardo,il giardiniere Antonio Locane,i due bagnini Salvatore Vitetta e Nazzareno Deluca andavamo molto d'accordo.
Per quanto riguarda Antonio Locane che si dedica appassionatamente al lavoro io dico sempre ad Eduardo: “quando non avrai più Locane-alias Ntoni i Mazzara,preparati a rimpiazzarlo con almeno 3 elementi”.=
Dopo l'interessante parentesi del Lido S.Leonardo tornai con Roberto anche perchè la cugina si sposò,sempre in modo amichevole e come socio assieme ad altri di “TROPEA TUTTO L'ANNO”
Un saluto Tonino Accorinti


Avvenimenti trascorsi nella grande città di Torino
Alla fine dell'estate del lontano 1958 partii da Tropea con la proverbiale valigia di cartone e giunsi alla Stazione Porta Nuova della capitale piemontese dopo un lungo ed interminabile viaggio;mi attendeva il caro cugino Turi,tanto buono ma senza studi e con poca voglia di lavorare,
Aveva una bellissima fidanzata Barese “Nella” di cui era molto innamorato ed era anche molto geloso.Vedevo la grande metropoli,la capitale del Piemonte,la città della Mole Antonelliana,della rinomata Superga dove hanno perso la vita i migliori giocatori di calcio del grande Torino(Bacicalupo,Gabbetto,Orsi ed altri di ritorno da una partita che la nostra Nazionale aveva disputata all'estero e che era composta quasi interamente della squadra del grande Torino);arriviamo in Via Donizzetti dove mi attendeva tutta la famiglia,da Peppe il” questuruno” a Luigi ed alle sorelle Maria,Teresa ed Isa ed il loro papà “Saverio il Magno”che viveva con un pezzo di pane ed un bicchiere di vino per sua scelta.La casa era piccola e fredda e ci riscaldavamo con una cucina economica a legna che era accesa quasi sempre e di continuo dallo zio che con una bici raccoglieva legna in giro,dopo un bicchiere di vino da un amico che faceva il macellaio.
L'indomani vado a trovare il famoso procuratore della Repubblica ,dr.Vincenzo Iannelli,originario di Tropea il quale mi manda con un suo biglietto in Via Bardonecchia dove operava una fabbrica con più di trecento operai,ditta Lino Bosco,che produceva roba in plastica;ad attendermi c'era un altro Tropeano,dr.Michele Di Marca,ex Maresciallo della Finanza nonche procuratore responsabile,che mi accolse nel suo ufficio e dopo avermi rivolto diverse domande,mi disse: “ tu a spese della ditta,se te la senti,aprirai una succursale a tuo nome che intitoleremo”FLORITAL” a qualche chilometro da qui con un ufficio arredato.” Alla mia risposta positiva dal giorno dopo iniziai quest'avventura,
Trascorsi un paio di mesi la ditta chiude ed io vengo chiamato in sede in Via Bardonecchia dove ad attendermi c'erano oltre al proprietario Lino Bosco ed al dr.Di Marca tutti i dipendenti amministrativi.Al piano terra c'erano tutti i macchinari con personale quasi interamente femminile mentre al piano superiore il reparto amministrativo e l'ufficio dedicato all'estero.Subito inizio a lavorare con una signora che faceva tutta la contabilità generale e che buon per me apprezzò molto le mie capacità.Operavo assieme a lei ed incominciavo a guadagnare qualcosa(£.40.000 mensili) somma che in verità non avevo mai visto.Al primo stipendio con i cugini festeggiammo l'evento e di conseguenza fittammo una casa più comoda nelle vicinanze-Via Puccini.Le donne dormivano in una stanza ed io zio Saverio e gli altri in una più grande.Sopra di noi abitavano dei nostri parenti(Zio Armando Di Laghi,i figli Minuccia e Tonino ed un altro figlio di nome Aldo che faceva servizio a Bra nella Polizia Stradale,guidava un moto di grossa cilindrata e spesso veniva a trovare la famiglia.Era fidanzato con una bella ragazza di Torino,Giuseppina,e dopo un periodo di qualche anno si lasciarono in quanto pare fosse poco seria.Una sera con mio cugino Salvatore al cinema”CONTINENTAL” in Via Nizza l'abbiamo sorpresa in atteggiamenti”molto affettuosi”in compagnia di un ragazzo e per Aldo fu la goccia che fece trabbocare il vaso.La lasciò e si fidanzò con una bella e brava infermiera di nome Poldi con cui stanno ancora assieme ed in estate villeggiano qui a Tropea.
Il lavoro in ditta andava bene solo che con la somma che guadagnavo,tolte le spese di casa,tre mezzi per recarmi ogni mattina a lavoro,qualche vizietto di gioventù,ogni sabato con Luigi andavamo in discoteca,frequentavamo una piscina ecc i soldi non erano mai sufficienti e meno male che c'era Luigi che non si tirava mai indietro e non mi faceva mai mettere le mani nel portafoglio che a dire il vero era sempre semivuoto.Luigivive a Torino con la moglie Maria,è nonno ed ogni estate ritorna a Tropea dove hanno casa e li rivedo con grande piacere.
Con Tonino Di Laghi che aveva una motoretta un sabato partiamo alla volta della città di Cinzano dove si produce l'ottimo vermout,balliamo in una discoteca fino a tardi e per poter rientrare a casa abbiamo sudato le proverbiali”sette camicie” causa il cattivo tempo la nebbia e la stanchezza.
Sempre in compagnia di Tonino,don Armando,lo zio Saverio,ed i cugini decidiamo un giorno di giocare a”padrone e sotto” con tanto vino di mele di cui ne abbiamo bevuto al massimo;in serata però avevo un appuntamento romantico con una ragazza che mi aspettava alla stazione Porta Nuova presso una nave grandissima che si trovava all'ingressoEro in condizioni pietose per cui prego il buon Luigi di andare in mia vece e di riferire alla stessa che avevo avuto un malore e che l'indomani l'avrei sentita a telefono.
Quasi tutte le sere passavo da mio cugino Peppe,giocavamo a dama(era un vero maestro) cenavamo assieme alla moglie Maria che lavorava all'Ulivetti e con lei c'era fra altre una bellissima ragazza di Ivrea che aveva espresso il desiderio di volermi conoscere,solo che aveva un papà gelosissimo che non la faceva neanche respirare per cui tutto finisce nell'incontro a casa di mio cugino.

TONINO ACCORINTI

Piemonte-Torino ed il mio caro cugino Luigi

Piemonte-Torino ed il mio caro cugino Luigi
Siamo stati veramente come fratelli,lui lavorava presso una famosa tipografia “POZZO” e guadagnava anche bene motivo per cui quando mi vedeva”al verde”mi faceva prestiti in denaro che erano da restituire non appena avrei avuto la possibilità”campa cavallo”- Estate 1959 partiamo in vespa alla volta di S.Remo-la città dei fiori-,prima tappa un paesino vicino Alassio(dal famoso muretto) andiamo in discoteca e rimorchiamo due bellissime ragazze di Savigliano;saremmo rimasti tutta la notte in così buona compagnia ma come una spada di Damocle incombevano gli impegni precedentemente assunti,dovevamo essere all'indomani nella capitale dei fiori in quanto ero atteso da una bella ragazza di Roma,certa Rosetta,con la quale ci eravamo conosciuti nella capitale durante il matrimonio di mio fratello Toruccio,per cui salutiamo le belle piemontesine ed andiamo a riposa-
re.L'indomani con la vespa alla guida del sottoscritto approdiamo a S.Remo.Troviamo in una casetta al centro storico sia Rosetta che la sorella Rita ed un'altra loro amica.Abitavano da una zia che lavorava presso un albergo rinomato e che le aveva ospitate.Nel frattempo Luigi ci salutò e con la motoretta prese la via del ritorno.Riesco a trovare alloggio nei pressi ed al mattino si andava in spiaggia mentre la sera fino a tardi in discoteca.Il mare era molto bello certamente non paragonabile a quello di Tropea-Trascorsi un paio di giorni mi chiama al telefono Luigi,era passato da casa un medico della mutua e voleva parlare con me in quanto mi ero messo in malattia pur di raggiungere S.Remo.In fretta saluto Rosetta e le altre,rientro a Torino e mi reco all'ufficio della mutua per motivare la mia assenza da casa.Dopo qualche giorno ritorno a S.Remo e nuovamente altra telefonata di Luigi in quanto il medico della mutua era ritornato a casa per un nuovo controllo e questa volta era nervosissimo e minacciava di farmi licenziare dalla ditta dove lavoravo.Rientro a Torino definitivamente e con un grosso problema,ero rimasto senza soldi ed avevo appena 40 km dalla tessera delle FF SS(mio papà era ferroviere ed ogni familiare aveva in omaggio 4.000 km di traffico gratis).Arriva il controllore e non si accanisce quando spiego la mia situazione alquanto critica e purtroppo per me non avevo vicino il caro cugino Luigi.Giungo a Torino e per non essere licenziato dalla ditta mi ricovero presso l'Ospedale S.Croce di Moncalieri dove vengo sottoposto ad un intervento operatorio in quanto da tempo soffrivo di fistola sacrococcigea ed in quel periodo mi dava tanto fastidio “operato per amore e per non perdere il lavoro”.

I miei cugini era tutti impegnati ed io aspettavo solo a guarire per poter rientrare in ditta.Ero veramente giù di morale e la Caposala,suora Antonietta,mi prese in simpatia e mi stava vicino fino a tardi e mi teneva compagnia.Mi ero cresciuto il “pizzetto” e la suora per tenermi su mi diceva”Frate Antonio presto guarirai e rientrerai a casa”.Era molto bella e buona ed è stata con me veramente come una sorella,andava via la sera solo quando mi addormentavo.Trascorsi 15 giorni esco dall'ospedale e rientro in ditta ma con la sorpresa che non lavoravo più in ufficio bensì nel reparto spedizioni con un capo di origine piemontese,arrogante e cattivo con me e con i Calabresi,ci chiamava “Napuli” proprio con disprezzo per cui decido di porre fine alla parentesi Torino e di organizzarmi per rientrare nella mia “Itaca” vicino a mia mamma che adoravo ed a tutta la famiglia che mi aspettava a braccia aperte. Tonino Accorinti

Al Mio Caro amico Albino Lorenzo

Al Mio Caro amico Albino Lorenzo
Un caro amico,il grande famosissimo pittore rinomato a Tropea e non solo ALBINO LORENZO
Un Tropeano vero,amico di tutti specialmente dei poveri contadini,pescatori,vecchietti di cui immor
talava ogni loro movimento specie quando, dediti ai loro lavori giornalieri,sudati ed affaticati Albino li faceva rivivere ed una volta creò un asino “ vivo e che semrava ti seguisse in ogni tuo movimento “.Ebbe 18 figli con la sua amata Gina,vera ed esemplare donna del Sud che con grandi sacrifizi mandava avanti la famiglia;a volte nelle feste si riunivano in una cinquantina di unità,tra figli,nuore e generi,nipoti.La moglie era sempre nei fornelli accesi e preparava per tutti anche perchè le bocche da sfamare erano tante.Con Albino quasi tutte le mattine c' incontravamo per fare la spesa- comprava 5 chili di pane,3 di pesce,5 di frutta ed occorreva un'auto molto grande per portare la roba a casa.La moglie si confidava con me in quanto ero come uno di famiglia e mi diceva che occorreva una lavatrice ogni anno e meno male che c'era l'amico Alfredo Verdiglione che gliele forniva e per ognuna si accontentava di ricevere un quadro.Anche io a casa ho un suo quadro su tela che è veramente molto bello e che aveva creato per un suo figlio ed il mio Antonello mi dice sempre”quello un domani sarà mio”.Un altro me lo regalò quando misi a disposizione un mio appartamento per il figlio Pasquale che non riusciva a trovare alloggio.I suoi quadri,mi confidava erano come sue creature e se ne disfava sempre a malincuore tranne quando doveva preparare qualche mostra in Italia ed anche all'estero con grande riconoscenze e premi vari.Aveva tanta paura della morte e mi diceva: “ho paura in quanto la morte è un vero mistero” Nessuno può sapere o immaginare cosa ci riserva l'aldilà ed io sono non solo cattolico ma anche molto credente.”

Al mio matrimonio a cui è stato un illustre invitato mi regalò una natura morta veramente stupenda.Un giorno ci trovavamo in aperta campagna e vedendo una contadina che curva raccoglieva olivi si soffermò se l'impressionò e poi a casa dipinse una figura veramente stupenda,piena di luce ed una mostr vinse il primo
premio.Era buono,umano e generoso,però alquanto puntiglioso.Vi racconto cio che è successo molto tempo fa.Abitavamo entrambi in Largo Rota,attualmente abita il suo primogenito Mario,e due terrazzi,uno della mia famiglia e l'altro quello della sua,affacciavano nella Via Margherita di Savoia.Avevo una sorella bellissima ed infinitamente buona”Gisella” ed Albino prese una vera”cotta”.Si tenevano per mano affacciati dai terrazzi ed erano veramente innamorati.I miei genitori ed i suoi non erano contenti in quanto entrambi molto giovani e cercavano di ostacolare questo amore infantile con ogni mezzo.Albino prese un decisione,propose a mia sorella una “fuitina” ed alla risposta negativa di Gisella che gli disse:” Albino non puoi propormi ciò,non posso dare questo grande dispiacere ai miei e specie a mia mamma che quotidianamente si sacrifica per tutti noi”Rimase molto male ed io per questo motivo lo chiamavo”cognato mancato”. Gisella sposò dopo Pasquale Taccone uno che veniva da Torino da una rinomata sartotecnica ed ebbero un figlio- Enzo- mentre Albino come già detto di figli ne ebbe 18 con la cara e bella Gina. Con affetto Tonino Accorinti
Storie - avvenimenti – amici d'infanzia ed altro di Tonino Accorinti U GAZZUSARU”
Correva il lontanissimo anno 1952,avevo appena sedici anni e ritiratomi dal liceo classico iniziai
ad andare con mia mamma a Napoli dove facevamo acquisti vari per il nostro esercizio commerciale sito nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele(tessuti,mercerie ed altro).Rientravamo alquanto stanchi e dopo aver sistemato tutta la roba consumavamo qualche panino imbottito.Anche con pochi soldi liquidi mia mamma riusciva ad avere credito da tutti in quanto avevano constatato la sua onestà,precisione e puntualità.Mio papà,dipendente delle FF SS faceva servizio alla stazione di Tropea come deviatore.Avvicinandosi l'arrivo e visto che avevamo una ventina di pacchi e pacchettini, sistemai il tutto vicino allo sportello da dove si scendeva quando il treno si sarebbe fermato.Un viaggiatore involontariamente aprì il finestrino ed uno dei
nostri pacchi finì fuori,guarda caso,proprio nell'interminabile galleria che porta alla stazioneferroviaria di Pizzo Calabro.Io e mia mamma rimaniamo stupiti e non sapevamo quale soluzione trovare e lo stesso quel signore che aveva combinato quel bel guaio era rimasto senza parole e molto dispiaciuto Non mi perdo d'animo e dico a mia mamma che alla fermata di Pizzo sarei sceso per cercare di recuperare il pacco o quello che si poteva racimolare.Mia mamma mi guarda stupita e non nascondeva la sua preoccupazione ed anche la sua ammirazione per quel gesto che mi accingevo a compiere.Le raccomandazioni,gli abbracci affettuosi e le parole di conforto hanno messo in me sì tanto coraggio ma anche tanta paura ed altrettanta frenesia.Mi sono detto che dovevo dimostrare che ero diventato un uomo.Giunti a Pizzo mi diriggo verso la galleria ed all'inbocco vedendo tutto buio pesto faccio marcia indietro e non lontano noto un casello ferroviario,mi avvicino e vedo un omone barbuto che mi domanda il motivo della mia presenza,cerco di spiegare ogni cosa e rimango felice vedendo che era propenso ad aiutarmi specie quando gli dissi che ero figlio del deviatore Accorinti Salvatore con cui lui aveva lavorato presso la stazione di Bagnara Calabra.Mi consegnò una grande torcia accesa e mi raccomandò:”dovesse sopraggiungere un treno ficcati dentro una”garitta”altrimenti rischi di essere rosicchiato dallo stesso”.La paura era sempre più forte ma la voglia di recuperare il pacco era ancora di più per cui mi decido di entrare in galleria.( chiunque leggerà la presente e si troverà a passare da detta capirà se i motivi di paura ed altro erano comprensibili),un centinaio di metri percorsi ed un forte fischio annunciava l'arrivo di un treno.Cercai subito la garitta,mi infilai dentro e con gli occhi spalancati aspettai quell'interminabile passaggio ed a sostenuta velocità fini con lo sconparire e fece terminare in me quell'incubo veramente da sogno.Continuai il cammino interrotto e credetemi quando mi trovai davanti al pacco non mi sembrava vero,subito l'ho riconposto e dopo aver raccolto ogni cosa(cerniere,rotoli di filo,bottoni ed altro) ripresi la via del ritorno ed uscii da quel tunnel felice e fiero e con la palma di”vincitore”.Credetemi il primo pensiero fu per mia mamma”Sabea a gazzusara”la quale ebbe dieci figli,io sono l'ottavo e vi assicuro che è stata una mamma veramente conla M maiuscola e grazie a lei mai patimmo la fame neanche nel periodo della seconda guerra mondiale quando finimmo tutti sfollati a Brattirò in un casolare presso amici e suoi clienti in quanto i Tedeschi lanciavano bombe con gli aerei dappertutto. Dopo aver restituito la torcia al casellante lo ringraziai e dalla stazione di Pizzo raggiunsi con un altro treno quella di Tropea dove tutti mi attendevano in primis mia mamma che mi abbracciò con gli occhi lucidi e mi disse:”sono veramente fiero di te”.Per concludere vi ricordo che “Gazzusara” non era un'offesa ma per ricordare mio nonno paterno “Turi u gazzusaro” che portò a Tropea la prima macchina di gassose ed anche il cinema muto che proiettava in un capannone nei pressi del Viale della stazione ,qualcuno non più giovane certamente se lo ricorderà. Un saluto Tonino Accorinti